BOLOGNA - L'export di vino romagnolo nel mondo va bene ma potrebbe fare meglio, mentre sta cambiando la geografia dei mercati di destinazione. È la fotografia scattata oggi da Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, alla presentazione forlivese del volume "Wine marketing 2018" di Nomisma Wine Monitor su scenari, mercati internazionali e competitività del vino italiano.
Le stime di Nomisma evidenziano un export delle cantine della Romagna per circa 151 milioni di euro di vino nel 2017, così distribuito: in Germania il 29,5%, negli Usa il 23%, nel Regno Unito il 10,1% e in Francia il 5,6%. Seguono Cina (4,3%), Canada (3,8%), Giappone (3,2%) Spagna (3,1%) e Russia (2,3%). Nel primo semestre 2018 non mancano andamenti in controtendenza, che tuttavia si riferiscono ai quei mercati che rappresentano solo il 12% dell'export romagnolo. E appare preoccupante la flessione registrata nell'export verso la Germania (-7%).
Dal report emerge che negli ultimi 5 anni la Svezia ha incrementato del 182% il valore degli acquisti di bottiglie dalla Romagna e gli Usa del 173%. Seguono Spagna (+87%), Cina (+86%), Giappone (+37%), Regno Unito (+23%) e Canada (+13%).