La richiesta che arriva dalla consultazione delle 900 Donne del Vino italiane ha puntato oltre al riequilibrio fra i generi, e al sostegno al credito e all'esportazione, soprattutto su quattro temi: digitalizzazione delle aree rurali, agricoltura di precisione, superare le carenze nei trasporti; e servizi per la maternità. La carenza di asili nido e di scuole materne nelle zone agricole e nei piccoli centri oltre al loro costo eccessivo in rapporto ai redditi della popolazione rurale, sono di grave impedimento alle possibilità di lavoro e carriera delle donne Per l'associazione delle Donne del Vino, presieduta dalla toscana Donatella Cinelli Colombini, va data priorità a politiche di parità di genere in tutte le imprese e in particolare nella filiera del vino,nonché alle politiche per il turismo enogastrostromico. Le donne dirigono circa un terzo delle imprese agricole italiane ma sono esempi virtuosi: infatti pur gestendo solo il 21% della Sau- superficie agricola utilizzabile, producono il 28% del Pil agricolo. Sono, è stato infine evidenziato dall'associazione che rappresenta 900 associate (produttrici, enotecarie, ristoratrici, giornaliste ed esperte), un'enorme risorsa per l'agricoltura italiana perché spesso sono più scolarizzate e più aperte all'innovazione e all'internazionalizzazione dei colleghi uomini.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA