- Una delegazione di 23 aziende di punta dell'Oltrepò fa squadra per valorizzare e far conoscere il territorio e i propri vini A Milano giornalisti e produttori si sono confrontati sul Pinot Nero che, nelle colline a Sud del Po, trova espressioni sempre più apprezzate. In Oltrepò il Pinot Nero riesce infatti, storicamente, ad esprimere con successo le sue due anime, quella importante e pregiata della vinificazione in rosso e quella della raffinata bollicina Metodo Classico: merito delle caratteristiche del suolo e del suo microclima, oltre che della capacità e dell'intraprendenza dei viticoltori e delle cantine - soprattutto a conduzione familiare - che guardano al futuro continuando ad investire nella sperimentazione, nella sostenibilità e nella ricerca .L'appuntamento odierno ha consentito di scoprire nuove sfumature attraverso la narrazione dei due terroir, in un confronto tra Armando Castagno, critico e autore del libro "Le vigne della Côte d'Or" sulla Borgogna, e Filippo Bartolotta, da oltre vent'anni comunicatore del vino italiano nel mondo."Questi produttori - hanno detto i due esperti - stanno dimostrando che è arrivato il momento di prendersi onore e onere nell'annunciare di essere il più importante distretto del Pinot Nero in Italia.
Tremila ettari di questa uva straordinaria coltivata in un terroir definito storicamente e geograficamente in modo inequivocabile. Qui il Pinot Nero ha trovato i suoi natali verso la metà dell'800 e, nel 1965, nasce il primo metodo classico italiano grazie al lavoro del Conte Vistarino e dell'imprenditore Carlo Gancia. una storia costruita da una collettività che adesso ha deciso di crederci un po' di più e di rivelare con più decisione il lavoro svolto in questi ultimi anni", spiega Filippo Bartolotta. "Credo che i vignaioli dell'Oltrepò, che da quasi due secoli lavorano con il Pinot Nero inseguendone i talenti straordinari - resi in declinazioni diverse - stiano marciando tutti insieme, con una coesione che è condizione fondamentale, lungo questo percorso di conoscenza.
Che non sarà breve, beninteso, ma che nel suo snodo, in ogni caso, avrà rivelato qualcosa che non si conosce ancora del tutto, e sarà stato quindi preziosissimo" aggiunge Castagno."Si tratta di un ulteriore passo verso il nostro obiettivo comune che è quello di impegnarci a fare sempre del nostro meglio per la crescita della reputazione di tutto l'Oltrepò in Italia e all'estero, con il Pinot Nero che diventa, per noi, un vino sempre più identitario", concludono i 23 produttori. La delegazione dei viticoltori comprende: Alessio Brandolini, Ballabio, Bruno Verdi, Cantina La Versa, Cantina Scuropasso, Castello di Cigognola, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, Giulio Fiamberti, La Genisia, La Piotta, La Travaglina, Manuelina, Marchesi Adorno, Monsupello, Montelio, Pietro Torti, Quaquarini, Tenuta Mazzolino, Travaglino (ANSA).