L'azienda è divenuta biologica da circa dieci anni.
"C'è sempre bisogno di
stimoli - commenta Paolo Basso, miglior sommelier al mondo Asi
nel 2013 che dal Ticino affianca questa famiglia di viticoltori
di Lugano (Pia Pagani col marito e tre figli) trapiantati dal
1996 in Toscana - in un momento di sfide importanti nel vigneto.
E' il cambiamento climatico che va tradotto anche in un
territorio a Nord di Bolgheri". Un microclima che già consente
al Vermentino di esprimere, ha detto Basso, "tutto quello che ci
vuole per abbinamenti con la cucina di pesce della costa
toscana". Tra i pregi di questo nuovo corso in cantina associata
al Consorzio vino Doc Montescudaio il rapporto qualità/prezzo
come dimostra l'Olmata 2018 Igt Toscana in arrivo in commercio.
La scelta della vinificazione in anfora, racconta il produttore
Matteo Pagani de Marchi, "è legata al ritrovamento di un vaso
etrusco nel nostro terreno. La nostra scommessa è produrre un
vino in anfora per tutti, non per una piccola schiera di
intenditori. E l'affinamento in bottiglia ha dimostrato un
potenziale notevole. Il nome celebra il ritrovamento della
necropoli con la tomba del principe guerriero sepolto con un set
di degustazione di vino etrusco dimostrando che la coltivazione
della vite in loco fosse già praticata dagli etruschi". I
mercati di sbocco per la Pagani de Marchi sono, oltre
all'Italia, Svizzera, Usa, Russia, Danimarca, Germania, Olanda
e Giappone. La produzione si attesta mediamente sulle 35mila
bottiglie.
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