Negli ultimi 10 anni il numero dei consumatori è aumentato del 2,3% e del 9% per le donne, ma non per tutte le fasce di età; mentre i giovani sono più o meno stabile, cala del 23% la a fascia 35-44 anni; crescono, invece del 11,4% quella più matura dai 55 ai 64 anni e del 19,3% dai 65 anni in su. In diminuzione chi beve vino tutti i giorni, passati da 14,9 milioni a 12,4 milioni (-16,8%) con un crollo del 31,3% per chi va oltre mezzo litro. Tra le regioni, è l'Umbria che vanta la maggiore quota di consumatori, (62%), seguita da Marche (60%) e con il 59% Veneto, Emilia-Romagna e Valle d'Aosta. A ruota Toscana e Piemonte, con il 58%, mentre in coda ci sono Sardegna (48%) e Sicilia (45%). Con quasi 1/5 la Lombardia è in testa alla ripartizione dei consumatori per regione, seguita da Lazio (10%) e Veneto (9%). Tra i giovani (18-34 anni) sono in calo (-10%) i consumatori quotidiani, rileva l'Osservatorio, nel ricordare che il vino italiano vanta un fatturato di 14,5 miliardi di euro l'anno, con il solo l'export che vale 7,1 miliardi (+12,4% la crescita nel 2021) e una bilancia commerciale attiva per 6,7 miliardi. "Oggi il vino - commenta il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi - è uno status culturale, conoscerlo vuol dire essere una persona preparata e curiosa, perché ad attrarre non è solo il prodotto ma anche il territorio, le storie e il contesto sociale; un approccio moderato che non ha nulla a che fare con lo sballo. Per questo riteniamo sbagliato che la Commissione europea accomuni il vino con altre bevande utilizzate per i consumi compulsivi".
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