L'inflazione, le tensioni internazionali e una "nuova ondata di proibizionismo" che attraversa l'Europa mettono a rischio la sostenibilità del settore vino Ue. E' l'allarme che parte da Conegliano (Treviso), dove il 13 e 14 settembre le organizzazioni dei produttori di vino di Italia, Francia e Spagna si sono riunite in un "gruppo di contatto". Le organizzazioni chiedono compensazioni per l'aumento dei costi dell'energia e maggiore flessibilità su alcuni requisiti, come già accaduto durante la chiusura delle attività di ristorazione a causa della pandemia. I produttori chiedono inoltre di conservare il quadro di aiuti alla promozione per i vini e le norme sull'etichettatura già decise con la Pac, e domanda all'Ue di respingere la domanda dell'Irlanda per l'introduzione di un'etichetta nazionale con informazioni sanitari.
La stessa denuncia è arrivata giovedì dall'Uiv, l'Unione italiana vini. "Nasce un nuovo proibizionismo in Europa, un contrasto al consumo tout court dell'alcol", senza distinzione tra tipologie di bevande (superalcolici, vino o birra) e modalità di consumo, tra quelli compulsivi e moderati. Lo ha detto riguardo al documento adottato a Tel Aviv dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) - Regione Europa.