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Vino: Cipressi, da pioniere a ambasciatore della Tintilia

Azienda a conduzione bio con una produzione di 50mila bottiglie

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 01 MAR - In un mondo con tradizioni secolari come è il Vigneto Italia, conta appena 25 anni la Tintilia messa a dimora in un campo sperimentale a San Felice del Molise, in provincia di Campobasso, dove nel 1998 Claudio Cipressi, da vignaiolo-autodidatta, fece i primi impianti - dichiarati a Bovale perché all'epoca non c'era ancora autorizzazione all'impianto della Tintilia - per una vinificazione-apripista che trovò poi in Di Majo Norante il primo imprenditore attrezzato per imbottigliare un nettare che oggi identifica il Molise. "Da qui è partito tutto, e oggi complessivamente - ha precisato Cipressi in un incontro stampa a Roma con un felice abbinamento col menu di 'Alfredo alla Scrofa' - la viticoltura molisana annovera un centinaio di ettari a Tintilia, un vitigno con basse rese in piante e ancor meno in cantina, essendo caratterizzato da piccoli acini". Le origini di questa uva, new entry nel panorama vitivinicolo nazionale, sono ancora misteriose. Se sembrano escluse le origini dalla Spagna, nulla a che vedere col vino tinto quindi come attesta il colore scarico e gli studi sulle parentele dell'università di Campobasso insieme a quella di Bari, oggi si tende a interpretare il nome come "derivazione da una parola dialettale che significa vispo, vivace, come del resto è - ha confermato Cipressi - in cantina perché ha problemi di fermentazione, spesso a rischio di stop and go". Con la passione e l'entusiasmo che si esprimono nell'amore per la sua terra e nella sperimentazione, Cipressi coltiva, a quasi 600 metri d'altezza, circa quindici ettari vitati di varietà autoctone: 12 ettari di Tintilia del Molise, 1,5 ettari di Montepulciano, circa 1 ettaro a Falanghina e 0,5 ettari di Trebbiano, con progetti di ampliamento dell'area vitata per una produzione che ora si attesta a 50mila bottiglie.

Il metodo del lavoro in vigna è biologico: un rispetto per l'ambiente che certifica l'Azienda come BIO e, dal 2014, anche la Cantina. "Nel mondo - ha sottolineato - non troviamo nulla di uguale alla Tintilia, tante similitudini ma è un unicum per il suo tannino dolce". In vigneto la selezione è quasi maniacale, con una cernita manuale grappolo per grappolo, dopo aver assaggiato un vinacciolo che segnala la giusta maturità delle uve. L'azienda vinicola si sta concentrando sul mercato italiano, ma a Vinitaly ha una fitta agenda di incontri coi buyer esteri. Intanto sul territorio il Consorzio di tutela Tintilia del Molise ha raccolto l'adesione di 12 aziende vinicole, e conta di crescere per ottenere l'erga omnes e fare il salto di qualità nella promozione di questo scrigno verde vitivinicolo ancora tutto da scoprire. (ANSA).

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