Il Testo unico del vino prevede
l'inserimento in etichetta, con la dovuta regolamentazione, del
nome del vitigno utilizzato. Riteniamo perciò, al pari delle
principali organizzazioni del vino sia in ambito nazionale che
comunitario, che le corrette informazioni in etichetta
rappresentino una garanzia a tutela dei consumatori, e quanto
stabilito dal Testo unico per i vini Dop e Igp vada in questa
direzione. Lo afferma l'Istituto marchigiano di tutela vini
(Imt), in relazione alla querelle sull'utilizzo del nome dei
vitigni in etichetta (articolo 44, comma 6) e relativo decreto
attuativo del ministero dell'Agricoltura.
Secondo Imt, "la norma orizzontale riguarda tutti i vitigni che
compongono i blend dei vini a denominazione, compresi molti
marchigiani a partire dal Verdicchio. Non c'è perciò ragione di
fare eccezioni - violando peraltro il principio di eguaglianza
-, come ipotizzato da un nuovo comma (nr. 16, articolo 5) del
decreto attuativo, già criticato dalla maggioranza delle
organizzazioni di filiera. Il mondo del vino, come previsto dal
Testo unico, deve ambire alla massima trasparenza nei confronti
dei consumatori, anche e soprattutto per un vitigno, il
Montepulciano, coltivato in quasi tutte le regioni italiane per
un totale di 35 mila ettari, 2 Docg, 36 Doc e 88 Igt".
Imt confida che lo schema di decreto, al momento in stallo per
queste ragioni, possa confermare - pur con alcuni contenimenti
eventualmente concordati - gli obiettivi di tutela e
informazione prefissati in merito alle varietà di uva utilizzate
per la produzione dei prodotti senza incorrere in sanzioni
comminate fino ad oggi.
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