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A Firenze si rinnova la prima vigna urbana moderna

A Firenze si rinnova la prima vigna urbana moderna

Messe a dimora 700 nuove viti, terreni gestiti donne Fittipaldi

FIRENZE, 15 marzo 2024, 16:47

Redazione ANSA

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A Firenze si rinnova la prima vigna urbana moderna - RIPRODUZIONE RISERVATA

- FIRENZE - Composta fino a ora da pochi filari, la prima vigna urbana moderna di Firenze rinnova il suo parco viti e vedrà mettere a dimora 700 nuove piante sulla collina che sovrasta l'Arno adiacente al giardino dell'Iris e a due passi da piazzale Michelangelo. Nome quest'ultimo dato alla vigna, realizzata in terreni gestiti dall'azienda agricola donne Fittipaldi di Bolgheri (Livorno), presieduta da Maria Fittipaldi Menarini la quale, con le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, si è lanciata nel 2021 nel progetto, realizzato nella vecchia vigna che fa parte della sua dimora fiorentina.


    Le varietà sono state scelte con cura tra le toscane più tradizionali, incluse quelle a rischio di estinzione perché poco redditizie, ma di altissima qualità. L'aspetto tecnico è seguito dall'agronomo Stefano Bartolomei e l'enologo Emiliano Falsini.
    La vigna Michelangelo è costituita da 300 viti di Sangiovese mentre 150 sono di Canaiolo, 100 di Foglia Tonda e altrettanti di Pugnitello. Infine 50 viti sono di Colorino del Val d'Arno.


    Per l'impianto è stata scelta la forma ad alberello e ognuno si trova sui vertici di un quadrato che ha un'altra vite al centro, come la faccia di un dado con il numero 5, per un aspetto scenicamente spettacolare."Andiamo a realizzare - spiega Bartolomei - un vigneto giardino, che dovrà essere perfettamente integrato con l'ambiente circostante per mantenere inalterate le caratteristiche del paesaggio". Ieri le barbatelle sono state interrate nelle buche: daranno i primi frutti adatti alla vinificazione solo fra tre anni, per raggiungere poi il vertice della qualità molto dopo.

L'appuntamento è per la vendemmia 2027 con la produzione della prima botte di vino, da cui "si ricaveranno - spiega Maria Fittipaldi Menarini - circa 700 bottiglie da vendere sul mercato internazionale tramite aste con finalità benefiche di sostegno sociale. Il fine della vigna non è comunque solo il vino, ma il rapporto che si crea tra uomo, terra e aria, un rapporto che ridimensiona la sterilità del cemento e dell'asfalto con la ricerca di un rispetto reciproco".
    
   

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