Ribalta l'idea che l'Italia sia per sua natura una sorta di "giardino dell'Eden" con la più ampia biodiversità del Mediterraneo il giornalista e divulgatore scientifico Elio Cadelo, premio per l'Editoria e la Divulgazione Scientifica 2013, nel suo nuovo libro 'Piante Americane (e non solo) nella Roma Imperiale - I Viaggi transoceanici di romani, pubblicato da All Around Edizioni.
La biodiversità - che secondo molti storici dell'Ottocento sarebbe il presupposto che ha permesso di prosperare a numerose civiltà come quella degli Etruschi, dei Greci della Magna Grecia, dei Sanniti, dei Liguri, dei Sicani ed infine dei Romani e della quale gode ancor oggi l'Italia - fu in realtà "costruita" importando "piante aliene" da ogni dove, soprattutto dal Medio e dall'Estremo Oriente. Gli agricoltori romani le acclimatarono, le ibridarono e le coltivarono creando, per la prima volta, una varietà di prodotti agricoli unica nella storia. Al saggio hanno collaborato botanici, ornitologi, storici della civiltà romana, archeologi, personalità e istituzioni del mondo scientifico, in particolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell'Enea e numerosi studi di università, soprattutto americane.
Tra le centinaia di piante giunte in Italia durante la lunga storia di Roma, alcune, sono autoctone delle Americhe. Il saggio di Cadelo - che è stato membro del Gruppo di lavoro sulla Informazione e Comunicazione in Biotecnologia del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie della Presidenza del Consiglio - prende in esame oltre un centinaio di piante - non solo alimentari ma anche medicinali e allucinogene - che, in epoca romana, hanno valicato gli oceani e sono state spostate da un continente all'altro. La presenza nel mondo romano di piante di origine americana come mais, ananas, peperone, zucca, girasole e molte altre è ampiamente comprovata non solo da un gran numero di autori classici, ma è anche ben raffigurata in affreschi, mosaici, bassorilievi e statue esposte nei musei di tutta Europa. Inoltre, molto prima del viaggio di Cristoforo Colombo, numerose piante di origine mediterranea, come la ninfea e lo stramonio, erano state diffuse in America, come confermato dall'archeologia e dall'iconografia Maya.
Per la prima volta, in 'Piante Americane' l'autore mette la navigazione al centro dello sviluppo economico e tecnologico delle antiche civiltà. Mostra anche come quella di Roma, sotto molti aspetti fu la prima, e forse l'unica economia "liberista e quasi-capitalista" dell'antichità, rileva Cadelo che è stato per anni la voce del Giornale Radio Rai per la Scienza e l'Ambiente e ha ricevuto nel 1999 il Premio Enea per la Divulgazione Scientifica.
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