CALASCIO - La cultura, tra mostre e spettacoli, e le attività tradizionali da recuperare, come l'artigianato e la pastorizia; i servizi turistici, le iniziative per favorire l'innovazione e le misure per il trasporto pubblico e privato; e poi l'attenzione al patrimonio ambientale accanto al restauro e la conservazione di edifici storici, simboli materiali di un passato importante, mai dimenticato ma tutto da riscoprire. C'è l'identità forte e orgogliosa di un territorio e di una comunità troppo a lungo messi da parte ad animare il progetto "Rocca Calascio Luce d'Abruzzo", vincitore del bando 'Attrattività dei Borghi' di rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi, voluto dal Mic e finanziato con i fondi del PNRR, stanziati dall'Europa. Al piccolo Comune abruzzese di Calascio (Aq) è stata assegnata l'enorme cifra di 20 milioni di euro per realizzare entro il 2026 un progetto imponente e ambizioso, che potrebbe davvero segnare una autentica rinascita e costituire un modello a cui guardare anche a livello nazionale. Fulcro sarà il restauro e la valorizzazione della celebre Rocca del borgo, costituita da un castello che è già meta turistica e da un sito abbandonato, a cui saranno destinati circa 5 milioni.
"Siamo di fronte a una rivoluzione", dice all'ANSA il sindaco di Calascio Paolo Baldi, "questo progetto da un lato rappresenta una sfida per la sua complessità, ma dall'altro ha basi molto solide, per via di un flusso turistico che conta ogni anno circa 80 mila persone. Viviamo questo paradosso: da noi vengono tante persone a visitare la Rocca, ma si tratta di un turismo solo giornaliero perché manca tutto, non ci sono servizi". "Creeremo un polo culturale e servizi turistici, tra cui un albergo diffuso per recuperare gli edifici abbandonati del borgo", spiega ancora il sindaco, "e ci concentreremo anche sulle attività tradizionali come la pastorizia, un tempo attività fiorente di questo territorio. Qui la lana è ancora un prodotto di qualità molto richiesto, ma c'è poca offerta. Quindi in questo settore c'è ampio margine di crescita, di incremento di posti di lavoro e speriamo di conseguenza anche di residenti". Il progetto, che ha tra gli obiettivi il ripopolamento (il borgo infatti oggi è popolato da meno di 150 persone), prevede 21 misure diverse che hanno "come filo conduttore la combinazione di una serie di elementi naturali, storico architettonici, identitari, culturali, presenti sul territorio di Calascio e su quelli limitrofi e hanno come obiettivo unico quello di innescare un processo di contaminazione tra territorio, natura, comunità, visitatori, nuovi residenti", prosegue Baldi. "Di certo un comune piccolo come il nostro non può gestire un progetto così grande e si sta mettendo in piedi una squadra operativa insieme a Ministero, Regione e Soprintendenza", conclude il sindaco, "io sono sicuro che avremo successo. L'Abruzzo viene spesso considerato una meta secondaria, eppure ha una natura spettacolare e una grande varietà di luoghi della cultura che però spesso sono chiusi o abbandonati. Adesso assistiamo a un cambiamento nel modo di vivere il tempo libero e le vacanze, c'è tanta richiesta di conoscenza di luoghi che hanno mantenuto un aspetto incontaminato. E' la prima volta che nella nostra regione, e in genere nelle aree montane dell'intero Appennino, viene approvato un progetto di sviluppo così importante, per il rilancio di un territorio che nel tempo è divenuto marginale, in abbandono ed economicamente depresso. Ne potranno beneficiare in tanti, non solo a Calascio, ma in tutta la zona".
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