L'aragosta pop dell'artista
britannico Philip Colbert diviene protagonista di tele e
sculture che rielaborano l'iconografia di mosaici ed affreschi
del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Dal 26 gennaio al
1° aprile la mostra site specific "Philip Colbert. House of the
lobster" accoglie i visitatori nell'Atrio del Mann: l'idea
dell'installazione è nata quando Colbert, a Napoli l'anno scorso
per un'esposizione a Largo San Martino, ha espresso il desiderio
di realizzare un progetto con il museo che per lui è il più
bello del mondo.
Le opere create, pur riecheggiando il mondo dei cartoon,
svelano riferimenti storici e dialogano infatti con il mondo
classico: ecco, dunque, le grandi tele in cui la lotta tra le
aragoste è rielaborazione postmoderna della battaglia di Isso,
quadri che riprendono i mosaici pompeiani con polpo e aragosta,
le sculture marmoree con riferimenti al mito di Perseo
testimoniato in vari affreschi vesuviani. Non mancano le resine
che, in forme e colori, ricordano le ceramiche greche e
magnogreche .
"L'arte contemporanea arriva al Museo Archeologico Nazionale
con un percorso che coinvolgerà non soltanto i più piccoli
visitatori e le loro famiglie, ma anche gli appassionati di arte
classica: le opere di Colbert, infatti, sono un atto d'amore
verso le nostre radici culturali, che ci riportano
all'antichità", commenta il direttore generale dei Musei del
ministero della Cultura, Massimo Osanna. "Ho realizzato un sogno
- spiega Colbert - e sono felice di tornare a Napoli in un luogo
del mio cuore, come il Museo Archeologico Nazionale. La
fantasia, che è sempre proiettata verso il futuro, diviene
poesia quando incontra il passato: vorrei trasmettere questo
messaggio a tutti i visitatori, in particolare ai più giovani".
Definito da André Leon Talley come "il figlioccio di Andy
Warhol", Colbert (classe 1979), laureato in filosofia
all'University St. Andrews, spazia da sempre tra scultura,
pittura, arredo e design; ha collaborato anche con Adidas, Asus
e Moleskine.
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