'Archivio Amoretti. Il volto della
città nel secolo breve, Parma 1922-1997' è il tema della mostra
che Palazzo Pigorini ospiterà dal 9 settembre al 5 novembre,
organizzata dal Comune e dal Centro Srudi Movimenti, curata da
Cristina Casero e Andrea Tinterri e visitabile ad ingresso
gratuito. Il progetto vuole restituire, anche se in maniera
molto parziale, l'archivio fotografico Amoretti in occasione
della donazione al Comune di Parma dell'intero patrimonio
iconografico contenuto al suo interno, che supera le 80.000
immagini. I curatori hanno individuato nel ritratto una chiave
di lettura dell'archivio fotografico, consapevoli
dell'impossibilità di proporre un'esamina esaustiva dell'intera
raccolta. I ritratti selezionati sono messi a confronto con un
centinaio di immagini che testimoniano attraverso episodi,
personaggi e luoghi, la storia di Parma dal 1922 al 1997. Gli
estremi cronologici segnalano due momenti simbolo della città,
le barricate antifasciste e l'inaugurazione del monumento
dedicato alle barricate.
Tre generazioni di fotografi, Armando, Mario e Giovanni,
l'apertura dello studio nel 1938, ma preceduta dal lungo
apprendistato di Armando che si concluse nell'atelier di Luigi
Vaghi. Una storia generazionale in cui la fotografia, oltre ad
essere strumento di lavoro, diventa pratica quotidiana. I
ritratti che restituiscono volti conosciuti come quello del
ciclista Fausto Coppi, della cantante lirica Renata Tebaldi o
dell'imprenditore Pietro Barilla saranno messi in relazione alle
foto che immortalano alcuni momenti della storia del Novecento
parmigiano, dalla visita di Benito Mussolini alla Liberazione,
dai comizi per le elezioni del 1948 con la presenza di Palmiro
Togliatti alla visita di Papa Giovanni Paolo II, ma anche a
episodi culturali come la mostra di Bruno Munari del 1979.
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