Da Dürer a Guercino, per rivedere e "toccare" alcuni vertici dell'arte rinascimentale e barocca, anche attraverso un inedito dialogo pittorico, tutto al femminile, tra Lavinia Fontana ed Elisabetta Sirani. E poi nuovi percorsi virtuali, ricostruzioni 3D e avanzati touch screen per maneggiare dipinti e preziose stampe d'epoca, riscoprendo anche le opere dei depositi museali. A tre anni dalla chiusura parziale per lavori, il percorso espositivo del Museo civico di Modena torna a comprendere le sale delle raccolte Campori e Sernicoli che, in spazi caratterizzati da nuovi allestimenti e da un apparato tecnologico multimediale, restituiscono alla città importanti opere della cultura artistica emiliana tra XV e XVIII secolo.
La riapertura delle due sale, sotto il titolo "Nuove visioni", è in programma sabato 2 dicembre alle 17.30. Le sale, dedicate alle raccolte del marchese Matteo Campori e del commercialista Carlo Sernicoli, erano state chiuse nel 2020 per consentire lavori di consolidamento antisismico e di adeguamento degli impianti. Il nuovo allestimento è stato finanziato con risorse del Fondo cultura 2021 del ministero della Cultura, nell'ambito del progetto Open Gate che comprende anche una diffusa campagna di digitalizzazione del patrimonio del Museo civico e dell'Archivio storico comunale, e l'allestimento del piano terra dell'ex Ospedale Estense. Nella sala Sernicoli si possono ammirare preziosi argenti estensi e una trentina di importanti dipinti (come quelli di Guercino, Donato Creti ed Elisabetta Sirani) collezionati dal commercialista, grazie anche alla consulenza di autorevoli storici dell'arte tra cui Federico Zeri. La collocazione dei dipinti nell'originaria Galleria creata dal marchese Campori in via Ganaceto, edificio poi bombardato nel 1944, viene ricostruita con un suggestivo video in 3D. La raccolta, che comprende anche opere di Giuseppe Maria Crespi, Luca Ferrari, Cerano, Ludovico Lana, Nicolas Regnier e Piranesi, è arricchita da inedite postazioni multimediali dedicate all'approfondimento delle opere esposte e alla visione ravvicinata di un significativo numero di stampe, tra cui quelle di Albrecht Dürer, Ugo da Carpi, Canaletto e Agostino Carracci.
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