Autoritratti drammatici, ma anche una giungla cruda e violenta, così diversa dalla bassa reggiana dove viveva eppure così viva: è un viaggio nell'anima di Antonio Ligabue la mostra che, dal 3 ottobre al 28 febbraio, sarà dedicata all'opera di Antonio Ligabue a Palazzo Pallavicini a Bologna, realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci.
L'esposizione è articolata in sette sale con oltre 120 opere, tra cui 80 ad olio, con 12 autoritratti e sette tigri dalle fauci spalancate, oltre ad agili leopardi, rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza e potenti leoni, una vera e propria giungla cruda e violenta. Esposte inoltre 14 sculture, 17 disegni, 15 incisioni e la moto Guzzi Falcone 250 rossa con la quale l'artista si spostava nella Bassa reggiana per mostrare e vendere le sue opere, che provengono da collezioni private, banche e musei: dai celebri autoritratti alla Testa di tigre del 1953 e Leopardo del 1955, al Motociclista del 1954; dalle sculture Leone e Leonessa del 1935, a Pantera del 1938, Leonessa accucciata del 1940, fino al Busto di Gorilla del 1956, dai disegni con figure di animali all'Autoritratto a matita del 1955. In occasione della mostra il regista Ezio Aldoni, che ha realizzato nel 2015 il docufilm 'Antonio Ligabue. L'uomo', nel quale ha raccontato la vita drammatica e affascinante di Antonio Ligabue, attraverso le testimonianze dirette di chi l'ha conosciuto, ne realizzerà un'edizione ridotta ed aggiornata, con una nuova intervista al critico d'arte Renzo Margonari. Il video sarà trasmesso e visibile esclusivamente in mostra. Accompagna l'esposizione un catalogo edito da Palazzo Pallavicini, con testo critico di Francesca Bogliolo e gli approfondimenti di sezione scritti da WeAreBeside.
Mario Fiori, segretario generale della Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, ricorda la forza espressiva dell'artista: "È diretto, immediato, mai indeciso, tutte le iconografie da lui eseguite non hanno niente a che vedere con la fantasia, tutto viene compiuto in base a precisi ricordi, o immagini inerenti al suo vissuto quotidiano, vede, o ricorda". A Ligabue è dedicata, sempre a Bologna, anche l'antologica in corso fino al 30 marzo a Palazzo Albergati, con oltre cento opere, tra oli, disegni e sculture, e un album di disegni ritrovato e inedito.
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