Vaste e complesse strutture di
difesa, che svelano nuove conoscenze sull'architettura militare
romana di II e I secolo a.C., sono state riportate alla luce
durante una campagna di scavi condotta sul colle di San Rocco a
San Dorligo della Valle (Trieste), sotto la direzione di
Federico Bernardini del Centro Internazionale di Fisica Teorica
Abdus Salam e del Venice Centre for Digital and Public
Humanities dell'Università Ca' Foscari di Venezia, in
collaborazione con Università di Trieste, Istituto di
Archeologia dell'Accademia Slovena di Scienze ed Arti e
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli
Venezia Giulia.
L'altura di San Rocco - ricorda la Soprintendenza - è sede di
uno dei più antichi accampamenti romani conosciuti in Europa,
con ogni probabilità costruito poco dopo la fondazione di
Aquileia (181 a.C.) nella prima metà del II sec. a.C.
L'accampamento ha un'estensione di oltre tredici ettari. La
principale struttura di fortificazione ha una forma quasi
semicircolare (larga fino a circa 600 metri), mentre al suo
interno si riconoscono varie murature. Tra queste, sulla sommità
della collina, è riconoscibile una fortificazione rettangolare
di circa 100x50 metri. Gli scavi hanno interessato parte di
quest'ultima e un tratto della fortificazione esterna, con lo
scopo di definire le tecniche costruttive e la cronologia delle
strutture.
Le ricerche - spiega la Soprintentendenza - hanno permesso
di mettere in luce "complesse opere difensive costituite da
terrapieni associati a strutture in pietra e fossati, senza
confronti nei pochi siti coevi noti nella penisola iberica. Più
nel dettaglio, il muro di difesa esterno, largo circa 10 metri,
presenta dall'esterno verso l'interno dell'accampamento un
piccolo fossato che probabilmente ospitava una palizzata, una
massicciata di pietre alta circa 1,5 metri, un ulteriore piccolo
fossato con ogni probabilità utilizzato per il fissaggio di
ostacoli lignei e infine, a una quota leggermente maggiore, un
camminamento largo circa 5 metri composto da un muro a sacco e
un terrapieno interno, in origine protetto da un parapetto
ligneo". La struttura conserva tracce evidenti di un incendio
che ha raggiunto temperature molto elevate. Lo studio dei
materiali ceramici rinvenuti, soprattutto anfore, e dei resti di
carboni, con ogni probabilità - conclude la Soprintendenza -
permetterà di precisare la cronologia della struttura e di
comprendere se possa essere legata alla guerra del 178-177 a.C.,
come recentemente ipotizzato, o a un momento successivo.
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