ROMA - Le vesti drappeggiate che segnano le linee del corpo. L'acconciatura regale. Il viso incorniciato tra preziosi monili. E i piedi, vezzosi, sui sandali altissimi.
Riposa così la Sacerdotessa alata, oggi custode del cammino attraverso la storia della sua città: Cartagine. E' il viaggio nel tempo di Carthago. Il mito immortale, prima grande mostra dedicata a una delle più potenti civiltà del mondo antico, fino al 29/3 negli spazi del Colosseo e Foro Romano, nel tempio di Romolo e nella Rampa Imperiale. Oltre 400 reperti, tra prestiti e inediti (come la ricostruzione del Moloch del film Cabiria), per raccontare 'l'altra' Cartagine e il suo rapporto con Roma, dalle origini fenicie nel IX secolo a.C. alla Cartagine cristiana del VI d.C. ''Una mostra - racconta il direttore del Parco archeologico, Alfonsina Russo - per superare gli stereotipi che il mondo moderno e contemporaneo ha dato a Cartagine, da sempre una città aperta sul Mediterraneo ma che ancora oggi viene vista come l'alterità, il nemico''
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