ROMA - Una grande mostra a Palazzo Braschi celebra il percorso umano e politico del leader socialista Giacomo Matteotti, in occasione del centenario della sua scomparsa. Dal primo marzo al 16 giugno il museo di Roma ripercorre la vita del leader socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario, dagli esordi giovanili all'affermazione nazionale, dalle battaglie per la democrazia all'opposizione al fascismo, di cui aveva compreso tra i primi la natura totalitaria, fino al brutale omicidio perpetrato dal regime mussoliniano.
L'esposizione 'Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia', a cura di Mauro Canali con il coordinamento di Alessandro Nicosia, racconta la profonda dignità e l'alto senso civico che Matteotti dimostrò in un tragico momento della nostra storia, diventando l'archetipo dell'avversario tenace del fascismo. Un esempio il suo, animato da un forte slancio civile e morale. In mostra materiali inediti e documenti originali - fotografie, manoscritti, oggetti, libri d'epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d'arte, ceramiche, brani musicali dedicati al leader politico - provenienti da prestigiosi archivi e fondazioni.
L'esposizione è suddivisa in quattro sezioni, che ripercorrono la vita di Matteotti e il drammatico passaggio dallo Stato liberale alla dittatura fascista: la prima è intitolata 'Il giovane Matteotti' e illustra l'impegno in Polesine a favore di braccianti e mezzadri, la carriera accademica e l'adesione al Partito Socialista; la seconda, 'Impegno politico nazionale 1919-1924', ne distingue l'attività parlamentare, l'azione politica contro il fascismo. La sezione 'Sequestro e morte 1924-1926' parte dall'affermazione nel 1924 del Psu quale partito più forte della sinistra, compreso il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento contro i brogli e le violenze dei fascisti, fino al sequestro di cui fu vittima il 10 giugno 1924 a Roma, all'assassinio e al processo-farsa di Chieti.
Infine la sezione 'Il mito di Matteotti' focalizza il lascito del politico, dalle commemorazioni alla perdurante residenza nell'immaginario collettivo.
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