(di Francesca Chiri)
L'appello di D'Annunzio per la
questione fiumana trasmesso via radio dal panfilo Elettra, sul
quale Guglielmo Marconi era arrivato a Fiume mandato però dal
governo italiano per convincere il Vate a rinunciare alla sua
impresa. E poi il primo "silent party" della storia, avvenuto
sul ponte della nave, con i ballerini che danzavano in cuffia
ascoltando in mezzo al mare la voce del soprano Melba. O ancora
il primo esperimento di "wireless" quando l'inventore accese da
Genova le luci di Sidney o il primo di navigazione alla cieca,
tramite le micro-onde, con cui l'inventore della radio, memore
del disastro del Titanic, pose le basi per la nascita del radar.
Sono alcuni dei frutti del genio inventore della radio che si
scoprono alla mostra "Guglielmo Marconi. Prove di Trasmissione",
inaugurata dalla Rai in via Asiago, la "casa" del genio della
radio. E dove ad accompagnare il visitatore è lo stesso Marconi,
ricostruito digitalmente grazie all'intelligenza artificiale.
Grazie al materiale audio e fotografico d'archivio e alle
tecnologie deep fake e voice cloning, è infatti il volto
dell'inventore con la sua mimica facciale, ma anche la sua
parlata e il suo timbro vocale, che conduce lo spettatore alla
scoperta di quello che è stato il nuovo mondo in versione
"wirless". Senza il quale non ci sarebbero non solo la radio e
la tv ma neppure "gli attuali smartphone, il Gps i satelliti,
internet, il radio soccorso o le comunicazioni con le navi, gli
aerei e le sonde spaziali e in cui non avremmo esplorato la luna
o marte" ci dice il clone di Marconi che dedica le sue
invenzioni alla "passione, dedizione, perseveranza grazie alla
quale semplici essere umani riescono talvolta a cambiare il
mondo e la storia dell'umanità".
Promossa dalla Rai nel 150/o anniversario dalla nascita del
pioniere delle telecomunicazioni e in concomitanza con i 70 anni
dalla nascita della televisione e i 100 anni della radio, la
mostra, patrocinata dal ministero della Cultura e visitabile dal
4 maggio prenotandosi sul sito del Fai, è nel Palazzo della
Radio di Via Asiago, il luogo dal quale sono partite le onde di
trasmissione radio che hanno portato informazione e
intrattenimento in tutto il Paese. E dove è conservata anche
quella che fu la scrivania di Marconi, che per anni lavorò in
quel palazzo e ne percorse i corridoi.
La mostra si focalizza, in particolare, sul periodo che va dai
primi anni Venti alla prima metà degli anni Trenta, prima della
scomparsa di Marconi, ovvero sugli esperimenti e sui viaggi che
egli fece a bordo della fidatissima nave-laboratorio Elettra.
"La storia è fatta di snodi che le consentono di cambiare
direzione e Marconi è stato uno di questi. E l'ha fatto
facendosi anche portatore di una visione etica della scienza e
del progresso, con l'ottimismo e la speranza nel futuro" ha
detto il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi,
inaugurando l'esposizione assieme, tra gli altri, al nipote
dell'inventore, il principe Guglielmo Giovannelli Marconi ed
Umberto Broccoli.
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