GIANFRANCO MOSCONI. LA ROMA DEL GIUBILEO. GUIDA PER RIPERCORRERE NELLA ROMA D'OGGI LE VIE E L'IMMAGINARIO DEI PELLEGRINI MEDIEVALI (Edizioni Intra Moenia, PP 320, EURO 25).
"Coltivo da tempo la passione per Roma e percorrendo le vie attuali della città ho notato la riconoscibilità di percorsi molto antichi, romani e in alcuni casi preromani. In zone specifiche, poi, come quella di Ponte Sant'Angelo, nonostante gli sventramenti eseguiti nell'Ottocento, ho percepito la confluenza di una serie di strade che, se seguite lungo una linea diretta e ignorando i tagli, portano fino a San Giovanni".
E' il commento all'ANSA dello storico Gianfranco Mosconi che ha pubblicato 'La Roma del Giubileo. Guida per ripercorrere nella Roma d'oggi le vie e l'immaginario dei pellegrini medievali', una guida per ritrovare nella città d'oggi le vie e le mete dei pellegrini nella Roma del Giubileo tra il 1300 e il 1500, attraverso il costante confronto tra il passato e il presente.
"Ho voluto riscoprire una città nella città, far osservare la magniloquenza ottocentesca di alcuni viali in netto contrasto con le vie medievali, come a Spina di Borgo o a Trastevere, e ritrovare segni riconoscibili adottando l'ottica del viandante - spiega l'autore - Ci sono strade, infatti, che percorrendole a piedi mostrano interruzioni, in alcuni casi anche di pochi metri, ma che poi continuano, come è il caso di via di Madonna dei Monti che si ferma per lo scavo di Nerva e dei Fori Imperiali ma poi prosegue. Lo si capisce bene consultando una mappa del Cinquecento dove è chiara la raggiera di strade che conduce verso San Pietro; con il libro ho voluto restituire il mio stupore di riconoscere proprio queste vie". Ma c'è molto di più. "Esiste sui monumenti d'età imperiale una tradizione di leggende in cui ci si imbatte, la cui scoperta è sorprendente - spiega Gianfranco Mosconi - Roma, infatti, ha una stratificazione anche nell'immaginazione di racconti e credenze e nella percezione che se ne è avuta, come il Colosseo, per esempio, la cui storia è stata rivissuta, ricreata e immaginata in tanti modi". Il testo, corredato di fotografie e immagini, diventa un itinerario urbano, dedicato a tutti i visitatori e ai romani, e un viaggio in un mondo di leggende, di credenze e di fantasie che accompagnavano i pellegrini giunti a Roma. Un mondo di storie dettagliate e appassionanti in cui l'autore ci conduce a scoprire che ogni sasso, ogni pietra, ogni reliquia, persino ogni fessura ha una storia da raccontare. "Mi ha affascinato far cogliere questa stratigrafia di vari livelli della città, sia urbano, percorrendo le vie e scoprendo i percorsi - prosegue l'autore - sia dell'immaginario dei pellegrini. Per esempio a Porta san Sebastiano, sull'Appia, ci sono alcune bozze di lavorazione: sono sporgenze che venivano lasciate sui blocchi di marmo per legarci le corde e poterli trasportare e che poi gli scalpellini eliminavano. Per motivi che ignoriamo alcune sono rimaste e nel Medioevo hanno generato una leggenda, originata dal racconto di un pellegrino tedesco, che ha trasformato quei sassi di marmo usati per colpire san Pietro in fuga da Roma in palle di neve. Il racconto storico è tecnicamente impossibile ma è più forte il desiderio di inserire un elemento miracolistico; d'altronde il pellegrino medievale veniva a Roma per salvare la propria anima e ogni cosa doveva rafforzare la sue fede, persino un sasso di marmo che diventa neve".
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