Dire "un bel libro" è senz'altro riduttivo essendo Il Libro d'ore o Offiziolo Durazzo un vero capolavoro del Rinascimento. Il codice, che sarà esposto 60 anni dopo la sua ultima 'uscita' sui palcoscenici genovesi in occasione dei Rolli days e per celebrare Genova Capitale del libro 2023, è veramente di straordinaria bellezza. Il Libro d'Ore Durazzo, noto appunto anche come Offiziolo Durazzo, si distingue da ogni altro codice devozionale a uso privato per due peculiarità: l'uso della pergamena rosso scura e la scrittura a lettere d'oro. Le miniature sono state realizzate del parmense Francesco Marmitta, mentre la scrittura si deve a un grande maestro calligrafo, Pietro Antonio Sallando docente di grammatica all'Università di Bologna. Realizzato nei primi anni del Cinquecento, l'Offiziolo è una raccolta di salmi e preghiere comuni (L'offizio, l'ufficio ndr) da recitare nelle diverse ore canoniche della giornata: il mattutino, le lodi, l'ora prima, terza, sesta e nona, i vespri, la compieta serale. Il Libro d'Ore era molto diffuso nel Trecento e nel Quattrocento specialmente in Francia e nei Paesi Bassi ed era destinato all'uso dei laici, era decorato con numerose miniature e si apriva con un Calendario illustrato con il ciclo dei mesi e le relative occupazioni. Si dice sia stato commissionato da un mercante veneziano, poi passato nelle mani di un aristocratico e collezionista parmense e infine è finito nella collezione privata del marchese Marcello Durazzo, appartenente a una delle più importanti, e ricche, famiglie genovesi che partorì dogi e papi. Scriveva lo storico Luigi Cibrario, verso la metà del XIX secolo: "Il marchese Marcello Durazzo possiede un uffiziolo di Madonna in pergamena violata e in lettera d'oro, miniato con tanta grazia e bellezza, ch'io lo tengo per uno de' codici più preziosi in questo genere". Conservato nella Biblioteca civica Berio di Genova, immerso in una scatola piena di candida seta, l'Offiziolo è un capolavoro di rara bellezza, soprattutto per il colore purpureo della carta pergamena sulla quale l'amanuense e maestro dell'ars scribendi Sallando vergò parole in oro zecchino. ma sono le miniature di Marmitta a destare grande stupore: Marmitta, pittore e miniatore, autore tra l'altro del bellissimo Messale del cardinale Della Rovere e di una straordinaria pala d'altare ora custodita al Louvre, si dedicò all'Offiziolo impiegando la sua arte portentosa non solo di miniaturista esperto ma anche di incisore di pietre preziose.
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