Il potere che piega gli ultimi e la
politica incapace di parlare alla gente; la frammentazione
sociale aggravata dalla pandemia; la solitudine e la distanza
dalla realtà come caratteristica della vita di tanti; e poi la
crisi globale e un nuovo conflitto, stavolta alle porte
dell'Europa. Arriva il 17 dicembre alla Fabbrica del Vapore di
Milano il mondo di lotta, resistenza e disincanto del fumettista
Michele Rech in arte Zerocalcare, in una grande mostra ideata da
Silvia Barbagallo, prodotta da Arthemisia e organizzata da
Minimondi Eventi e Arthemisia in collaborazione con Piuma, che
resterà allestita fino al 23 aprile. Dal titolo "Zerocalcare.
Dopo il botto" e a cura di Giulia Ferracci, la mostra presenta
al pubblico oltre 500 tavole originali, video, bozzetti,
illustrazioni e un'opera site specific. Il percorso catapulta
subito il visitatore dentro una città immaginifica e
post-apocalittica dove, al centro della scena, è posta una
strada circondata da palazzi disegnati dall'autore: parte da qui
- dagli occhi e dai 'tentacoli' di chi da quei palazzi cerca
disperatamente di uscire - l'invito di Zerocalcare a riflettere
sulla nostra realtà attuale e sull'impegno per la collettività a
cui ognuno di noi è chiamato, nonostante la paura verso l'altro
creata dalla pandemia. Poi nelle varie sezioni della mostra uno
dopo l'altro appaiono i personaggi più celebri del fumettista -
dal Cinghiale, al Secco, a Lady Cocca - accanto ad alcuni temi
'cardine' affrontati nelle sue pubblicazioni, dalla resistenza
del popolo curdo ai lavoratori che protestano per condizioni di
vita più dignitose, fino alle battaglie condotte dalla gente
comune per una società più giusta.
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