Dai primi teatri di Vicenza,
Sabbioneta e Parma, che a partire dalla fine Cinquecento segnano
lentamente l'uscita dai palazzi di corte, ai grandi teatri
italiani come il San Carlo di Napoli, la Fenice di Venezia, la
Scala di Milano ma anche la Pergola di Firenze, il Regio di
Torino, l'Argentina di Roma e il Massimo di Palermo, ai
'palcoscenici' realizzati in corti come la Reggia di Caserta e
Stupinigi: racconta l'anima dei teatri la mostra di Patrizia
Mussa ospitata fino al 4 febbraio al palazzo Reale di Milano.
Prodotta da Palazzo Reale e Studio Livio con il sostegno di
Gemmo spa, e curata da Antonio Calbi 'Teatralità - Architetture
per la meraviglia' racconta i teatri attraverso sessanta
immagini, fotografie stampate su cotone a cui Mussa ha aggiunto
coloriture a mano, realizzate con i pastelli, una unione di
fotografia e pitture per cui, secondo la storica della
fotografia Giovanna Calvenzi "servirebbe un neologismo". "I
teatri fotografati e rielaborati da Patrizia Mussa - ha spiegato
Calbi - sono quintessenze formali, poesia visiva,
esistenzialismo pittorico senza figure umane".
La mostra, aperta non a caso il giorno prima
dell'inaugurazione della stagione lirica della Scala, per
Palazzo Reale è anche occasione di ricordare il Teatro di Corte
che si trovava al suo interno e che venne distrutto da un
incendio nel 1776. Per decisione di Maria Teresa d'Austria non
venne ricostruito all'interno della residenza, ma all'esterno,
come dono alla città. Per questo fu abbattuta la chiesa di Santa
Maria della Scala e sull'area fu costruito, su progetto del
Piermarini, il Teatro alla Scala, inaugurato nel 1778 con il
nome di "Regio Ducal Teatro alla Scala". In mostra si potranno
ammirare: la maquette del Teatro di Corte di Palazzo Reale, una
grande maquette dell'originario arco scenico del Teatro alla
Scala e una maquette dell'intero complesso, grazie al prestito
dal Museo del Teatro alla Scala, e rare incisioni d'epoca, in
prestito dal Gabinetto delle Stampe del Castello Sforzesco.
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