L'arte come un tutto senza tempo,
senza passato né futuro. Così amava considerarla Pablo Picasso
che mostrò sempre rispetto per le manifestazioni artistiche di
altre culture e tempi e seppe, più di ogni artista della sua
generazione, comprenderle e reinventarle. Questo rapporto é al
centro della mostra 'Picasso. La metamorfosi della figura', che
si tiene dal 22 febbraio al 30 giugno al Mudec di Milano,
prodotta da 24 Ore Cultura - Gruppo 24 Ore e promossa dal
Comune.
L'esposizione, curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del
Museo Picasso di Barcellona insieme a Ricardo Ostalé, offre al
pubblico quaranta opere del maestro spagnolo, tra dipinti,
sculture, insieme a 26 disegni e bozzetti di studi preparatori,
del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso per la mostra dalla
Fondazione Pablo Ruiz Picasso - Museo Casa Natal di Malaga. Il
progetto sarà anche l'occasione per rivedere ospitata al Mudec,
dopo anni, la Femme nue del Museo del Novecento di Milano,
dipinto che fu preludio al capolavoro picassiano Les Demoiselles
d'Avignon.
Sono sei le sezioni della mostra che raccontano l'evoluzione
dell'arte di Picasso in rapporto all'arte primitiva. Fulcro
della mostra é la sezione dedicata allo studio de Les
Demoiselles d'Avignon. In mostra si può ammirare un taccuino del
1907, il cosiddetto Quaderno n. 7, in cui vengono presentati 26
fogli che ospitano disegni e schizzi preparatori della grande
opera, insieme ad alcune maschere africane.
Dalla sezione Cubismo (1908-1927) si passa al periodo dagli
anni '20 alla Seconda Guerra Mondiale, in cui permane l'arte
tribale nell'opera di Picasso. La forza delle opere africane, la
loro espressività atemporale, può essere riflessa nell'opera
degli anni '20-'30, persino in alcuni bozzetti per il Guernica e
nelle figure tragiche degli anni di guerra. In Metamorfosi della
figura sono esposte opere di Picasso tra il 1930 e il 1970. Qui
non sono incluse opere africane, poiché Picasso non si riflette
in esse, ma è giunto all'essenza, alla magia che ha sempre
cercato di afferrare partendo dall'amore per queste opere
d'arte.
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