È un attimo passare dal vedersi
eternamente giovani grazie allo smartphone al volerlo essere
nella quotidianità: è lo spunto lanciato dalla mostra collettiva
Forever Young: The Dorian Gray Syndrome, allestita al Meet di
Milano, dove dodici artisti della digital art indagano sul tema
dell'eterna giovinezza, in un viaggio nella ricerca incessante
della rappresentazione ideale di sé.
L'esposizione, a cura di Maria Grazia Mattei, fondatrice e
presidente di Meet, e di Clement Thibault, direttore delle Arti
visive e digitali al polo di innovazione culturale Le Cube
Garges a Garges-lès-Gonesse, inaugura il palinsesto del Milan
Longevity Summit - Riscrivere il Tempo - Scienza e Miti nella
corsa alla Longevità, che fino al 27 marzo ospiterà 60 studiosi
del processo di invecchiamento. In parallelo, al Meet, è l'arte
digitale ad analizzare il modo in cui la società implementa
soluzioni tecnologiche innovative per creare rappresentazioni di
sé virtuali e in continua evoluzione.
"Oggi si assiste sempre più a una corsa alla 'beautification,
cioè all'utilizzo di tecnologie e filtri per cercare di
abbellirsi e rappresentarsi attraverso il digitale nella
versione che si considera migliore di sé, arrivando anche a
nascondersi, a ritoccarsi e a trasformarsi - sottolinea Maria
Grazia Mattei -. Il mondo digitale è una sorta di specchio
ingannevole che riflette un'immagine eterna di noi stessi,
sempre giovani e vitali. Tutto ciò denuncia la continua tendenza
a vincere la paura del tempo che passa e della vecchiaia, fino
ad arrivare a toccare il tema dell'immortalità".
Le opere in mostra - per la maggior parte interattive -
toccano appunto il tema della beautification, ossia del
rappresentarsi attraverso il digitale nella versione migliore di
sé, dell'immortalità e dell'esistenza oltre se stessi. Si parte
dal lavoro di Inès Alpha, dove il visitatore - grazie
all'Augmented Reality Filter (Arf) - si può specchiare nelle
sculture di Esmay Wagemans e vedere il proprio ritratto
trasformato dal filtro, che diventa parte dell'opera, mentre con
l'installazione interattiva di Chris Salter l'immagine frontale
di ogni visitatore viene catturata da una telecamera e, grazie
all'apprendimento automatico, trasformata in pochi secondi in
una figura 3d, proiettata in tempo reale sulle pareti.
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