Una mostra evento, ma anche un'occasione di studio che ha portato a delle nuove scoperte: da domani al 24 giugno il museo Poldi Pezzoli di Milano espone tutte e otto le tavole ad oggi conservate del polittico agostiniano realizzato da Piero della Francesca fra il 1454 e il 1469 per l'altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolco, nell'Aretino, smembrato a fine Cinquecento e da allora mai più riunito, nonostante i tentativi fatti da musei illustri come l'Ermitage.
"La riunione del secolo" l'ha definita la direttrice del museo Alessandra Quarto, che ha "colto l'attimo", ovvero la chiusura temporanea della Frick Collection di New York che ha messo così a disposizione le sue quattro opere (San Giovanni evangelista, la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo) e che è riuscita a convincere il Museo de Arte Antiga di Lisbona a prestare il suo preziosissimo Sant'Agostino, la National Gallery di Londra a dare San Michele Arcangelo e la National Gallery of Art di Washington a cedere Sant'Apollonia per unirle alla tavola di San Nicola da Tolentino che il Poldi ha nella sua collezione, unendole in un allestimento firmato da Italo Rota e CRA Carlo Ratti associati con l'illuminazione di Artemide. "Mi piace pensare che ci sia un museo tanto milanese come il Poldi Pezzoli in grado di convincere istituzioni di tutto il mondo che si può fare una mostra qui" ha osservato l'assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, intervenuto con la sua collega della regione Francesca Caruso. Ma a testimoniare l'importanza di questa operazione, portata avanti da un museo privato, è stata la presenza del direttore generale musei Massimo Osanna.
L'operazione è stata impegnativa, ma "era un dovere per Intesa Sanpaolo - ha spiegato Michele Coppola Executive Director Arte Cultura e Beni Storici del gruppo e direttore delle Gallerie d'Italia - raddoppiare lo sforzo che fa per sostenere il Poldi Pezzoli". Main partner della mostra 'Piero dellla Francesca. Il polittico agostiniano riunito' è la Fondazione Bracco che ha anche promosso e finanziato la ricerca con la diagnostica per immagini sul San Nicola, realizzata da un team di ricercatori della Statale di Milano dello spinoff Iuss Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che ha permesso di scoprire alcuni segreti dell'opera (realizzata su una tavola di pioppo, poi assottigliata) e delle tecniche di Piero della Francesca "pittore di luce", capace di utilizzare l'olio come i fiamminghi.
E gli esami delle altre tavole hanno permesso di fare alcune scoperte e una più che fondata ipotesi. Ovvero, ha spiegato Machtelt Brüggen Israëls, del Rijksmuseum, che insieme a Nathaniel Silver ha curato la mostra, che la tavola centrale (mancante come la maggior parte della predella) ritraesse l'incoronazione della Vergine da parte di Cristo. All'angolo in basso della tavola che ritrae l'arcangelo Michele, infatti, si vede ad occhio nudo un gradino in porfido con sopra un drappo di prezioso velluto, ma con lo stereomicroscopio è stato possibile vedere anche il piede della Madonna inginocchiata. Inoltre è stato possibile dimostrare che nella parte superiore della stessa tavola, e anche di quella di San Giovanni, c'erano le ali di due angeli, poi cancellate dopo lo smembramento. Altra scoperta è che la carpenteria lignea, cioè la base del polittico, è stata un riciclo: Piero della Francesca ha infatti dovuto utilizzare la struttura preparatoria di un polittico trecentesco mai terminato, e su questa struttura ha steso (come visibile dagli esami) un ulteriore strato di biacca preparatoria. A spiegare tutte le scoperte è un video con cui si conclude la mostra, che è arricchita da una serie di attività collaterali (fra cui materiali per ipovedenti e sordi a percorso per i ragazzi in museo e al carcere minorile Beccaria) e anche da un'orario di apertura allungato alle 19:30 per permettere al numero maggiore di visitatori possibile di ammirare il capolavoro riunito per la prima volta da quando fu realizzato 555 anni fa.
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