Si chiama 'Vite sospese' la mostra di Alessandro Bergonzoni e Bill Viola alla Fondazione Mudima di Milano, dove si potrà visitare fino al 6 dicembre con ingresso libero. L'idea di mettere insieme i due artisti è venuta al curatore Davide Di Maggio "perché entrambi, seppure di formazione e provenienza diverse, si sono sempre occupati della condizione umana, dell'incertezza e del rischio che caratterizzano l'avventura dell'uomo nel cosmo. Entrambi hanno avvertito l'angoscia che immancabilmente sale dalle profondità dell'essere e le hanno dato voce e immaginazione".
Tre gli spazi e i momenti del percorso che si apre con l'installazione di Bergonzoni 'Attenzione! Incarichi sospesi', un avviso a tutti i 'naviganti' sulla terra, come a dire: "'Occhio, guardatevi dall'alto!'. Qualcosa pende sulle nostre anime, incombe non solo sulla testa di tutti, vicini o lontani: accorgersene racconta come non si è curato il tetto del mondo, per salvarsi e salvare, proteggere e proteggersi, lì sul nascere, prima di smettere di farlo".
Al primo piano si varca poi un limite dell'immaginario con un'altra installazione di Bergonzoni, 'La culla dell'inciviltà' che crea d'impatto un moto surreale e paradossale. Scrive nel suo testo Bergonzoni: "Le bare non cullano, le culle non galleggiano, nell'universo ormai troppo 'sterminato' e seminato a bambini…".
Le installazioni di Bergonzoni occupano i primi due piani ed è solo alla fine che Bill e Alessandro si incontrano idealmente, ma volutamente, in quella destinazione metaforica e metafisica che "è soglia tra invisibile inviso e visibile". Ed ecco il video The Reflecting Pool (videotape, 1977-1979) di Viola.
L'opera descrive la morte e la rinascita dell'individuo nel mondo naturale, un battesimo in un mondo di immagini virtuali e percezioni indirette. Un uomo emerge dalla foresta e si trova davanti a uno specchio d'acqua. Si tuffa e il tempo si ferma improvvisamente. Il tempo diventa esteso e scandito da una serie di eventi visti solo come riflessi nell'acqua.
Le tematiche di vita, morte e rinascita, del salvare, avere e dare cura, senza vendette antropologiche né crudeltà collaterali, in nome della ragione o del torto, sono sempre state alla base dell'opera dei due artisti.
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