Dopo sette anni la Sala Tessuti di
Palazzo Madama a Torino torna a ospitare in pianta stabile i
velluti lavorati con filati d'oro e argento, i ricami e gli
abiti dei gentiluomini. Dal 21 dicembre saranno esposte più di
50 opere della collezione di tessuti e moda che comprende 4.000
manufatti ed è tra le più importanti in Europa. L'allestimento -
in una sala dedicata al secondo piano del museo - proporrà a
rotazione opere della raccolta, mutando periodicamente, così da
preservare la corretta conservazione dei beni che non possono
essere esposti alla luce più di un anno. "Noi non abbiamo la
percezione di quanto i tessuti abbiano rappresentato fino alla
Rivoluzione Industriale il massimo segno di comunicazione
sociale e politica. I tessuti valevano più dell'oreficeria.
L'abito allora faceva il monaco. si valutava l'importanza di una
persona da ciò che sfoggiava", spiega il direttore di Palazzo
Madama, Giovanni Carlo Federico Villa.
Tra i manufatti che illustrano l'arte del ricamo nel
Cinquecento c'è la famosa tovaglia con la raffigurazione dei
Quattro Continenti, attribuita alla ricamatrice milanese
Caterina Cantoni, i cui lavori erano contesi dalle corti di
tutta Europa. Si può anche vedere un giuppone ricamato con i
nodi di Casa Savoia, unico capo seicentesco - oggi conservato -
riferibile con certezza al casato, un abito femminile in stile
Impero in leggerissima garza di seta e due vestiti in stile
Charleston di sartoria milanese. Per la prima volta è esposto un
sorprendente banyan, veste da casa maschile, in seta dipinta in
Cina e confezionata in Europa nel Settecento, presentato con
accessori maschili in una vetrina ambientata, che racconta il
piacere del vestirsi dei gentiluomini nel secolo dei Lumi. Al
tema attuale del riuso ci avvicina un abito oggetto di un
riadattamento per adeguarsi alle esigenze di una neomamma ed
essere comodo per l'allattamento.
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