Si chiama "La Grande Madre"
l'opera nata dalla residenza artistica di Achille Lauro al Museo
Archeologico di Taranto e registrata ieri con l'Orchestra della
Magna Grecia, in formazione con 30 professori, e diretta dal
Maestro Piero Romano, ideatore del progetto dei Quadri Sonori.
L'ispirazione è giunta dall'incontro con "Le Veneri di Parabita"
statuine femminili, che celebrano il culto della fertilità e
risalenti al Paleolitico Superiore a 20mila anni fa circa.
"Siamo partiti da un tema principale - ha sottolineato
Achille Lauro - che si evolve per tutto il brano della durata di
15 minuti. C'è l'evoluzione della vita in 4 blocchi: dal tema
dolce al ritmo più incalzante alla musica che abbraccia un
feeling più cupo per, poi, concludersi con il ritorno
all'origine, alla vita che torna, alla rinascita, con il tema
musicale dell'inizio che si ripete in una sorta di catarsi".
La direttrice del Museo, Eva Degli Innocenti, ha spiegato, a
proposito de "Le Veneri di Parabita", che si tratta "della
rappresentazione di donne caratterizzate da una particolare
enfasi degli attributi femminili e potrebbero aver svolto, a
seconda dei contesti di rinvenimento e utilizzo, ruoli
diversificati. Se l'aspetto simbolico o rituale connesso alla
loro iconografia resta enigmatico, l'idea però che siano da
mettere in relazione a un culto della fertilità appare quella
più probabile e maggiormente condivisa dagli studiosi".
Quella "con Lauro - ha dichiarato il maestro Piero Romano -
è una collaborazione nata nel periodo del Covid, che si è
evoluta nel tempo e che la scorsa estate è diventata un tour
nazionale in cui l'orchestra ha accompagnato la band. Grazie a
questa collaborazione l'Orchestra ne esce con un grande bagaglio
di esperienza nuova. Oggi, però, si consolida un rapporto nato
con Taranto, lasciando una traccia che resterà per sempre
patrimonio della Città, del Museo, ma mi sia consentito,
quest'opera legata al Museo nazionale di Taranto è patrimonio
dell'umanità".
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