- CAGLIARI, 17 APR - "Ad oggi siamo completamente bloccati. A
parte Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo, le altre
regioni come la Sardegna non hanno autorizzato lavori di
manutenzione: sono fiducioso ma i tempi sono stretti". Alberto
Bertolotti, gestore di un chiosco con concessione per i servizi
sulla spiaggia di Chia, nella costa sud occidentale della
Sardegna, e vice presidente nazionale del sindacato nazionale
balneari sta attendendo un segnale da Roma. "Se e quando
apriremo il nostro operato sarà solo servizio pubblico, il
profitto d'impresa sarà un miraggio - spiega - sarà impossibile
chiudere il conto economico in pareggio: dobbiamo infatti
dimenticarci il mercato straniero e ci sarà solo quello solo
locale". Citando poi una recente ricerca di Confturismo-Fipe,
secondo la quale al massimo si potrà sperare di arrivare al 25%
del fatturato del 2019, Bertolotti preannuncia con amarezza:
"Ci aspetta una lunga traversata in piano oceano in tempesta
senza viveri e senza acqua". Nel frattempo però guarda avanti e
propone che , per la questo scampolo di stagione, si possa
puntare su servizi dedicati, come "la ristorazione direttamente
sotto l'ombrellone". Ma il vero punto della questione -
specifica - è come far rispettare le misure nelle spiagge
libere. "Noi, responsabilmente, siamo pronti a offrire questo
presidio ma bisogna pensare, ad esempio, ad un contingentamento
degli ingressi nei litorali - conclude - E poi bisogna sentire
gli imprenditori: e serve un protocollo unico nazionale per
definire le prescrizioni da adottare".
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