PALERMO - Tornano alla luce bozzetti e progetti dei capolavori liberty di Palermo. C'è la mano di Ernesto Basile nelle carte che guidarono la nascita del teatro Massimo, del villino Florio e di villa Deliella ma anche di tante altre opere che segnarono una stagione artistica straordinaria. Quei disegni compongono ora la mostra, aperta fino al 22 gennaio 2023, "Ernesto Basile, 90 anni di memoria" curata dall'archivio storico comunale dove è esposta.
La memoria in questo caso è molto sofferente. Mentre il Massimo è uno dei siti più attrattivi e più visitati di Palermo e il villino Florio è stato salvato da un incendio misterioso, all'appello mancano alcuni di quei capolavori del liberty. Sono stati sfregiati dai bombardamenti del 1943 oppure sono stati cancellati dalle ruspe negli anni del sacco di Palermo. E questo è il caso di villa Deliella, abbattuta all'improvviso nel 1959 per fare spazio alla più devastante speculazione edilizia. Al suo posto doveva sorgere un casermone. Per anni l'area, ora chiusa da una cancellata, è stata invece occupata da un impianto per il lavaggio di auto. Poche altre testimonianze della scuola di Basile (tra cui arredi, cappelle gentilizie e villino Gregorietti) sono rimaste in piedi . E di quelle che non ci sono più rimane la memoria storica dei progetti: quelle carte propongono così un viaggio affascinante nel tessuto urbano di Palermo tra l'Ottocento e il Novecento. Il periodo è quello che va dal 1880, anno di inizio della costruzione del Massimo, al 1928 anno della progettazione della chiesa di santa Rosalia in via marchese Ugo. Il caso del teatro Massimo è quello che segnò il passaggio di testimone da Giovambattista Filippo Basile al figlio Ernesto: il padre pose le basi del progetto, il figlio lo portò a compimento.
Ormai caposcuola del liberty, Ernesto Basile disegnò il nuovo assetto urbanistico della città con una nuova architettura caratterizzata da impianti originali, torrette angolari, decorazioni floreali.
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