Gli scavi condotti da un team di
archeologi dell'Università di Pisa nel giardino presso la chiesa
di San Sisto, nel centro storico, contribuiscono a ricostruire
la topografia della città in epoca romana e altomedievale, fino
a oggi poco conosciuta. Lo rende noto l'ateneo pisano precisando
che gli scavi "hanno consentito di riportare alla luce alcuni
tratti di un portico databile tra la metà del I e l'inizio del
II secolo d.C., che, nella parte scoperta, si affacciava verso
l'Arno".
"La struttura, arricchita da affreschi, mosaici ed elementi
di rivestimento in marmo di importazione mediterranea - prosegue
l'ateneo - potrebbe essere appartenuta a un edificio pubblico o
a una grande domus, confermando comunque che proprio in
quell'area era situato un settore importante della città".
L'obiettivo dello scavo è quello di individuare i resti della
corte regia urbana altomedievale (VII-X secolo) e delle
eventuali strutture di età romana preesistenti. Finora ha
consentito di riportare alla luce oltre 500 casse di reperti,
databili tra il VII secolo a.C. e l'età moderna, che raccontano
la storia di questa parte di Pisa dall'età etrusca fino a oggi.
"Di grande rilievo scientifico per la ricostruzione della città
antica e altomedievale - spiega Federico Cantini, ordinario di
Archeologia cristiana e medievale e responsabile scientifico
degli scavi - è l'edificio di epoca romana, che venne
abbandonato nel corso del pieno VI secolo per poi essere
occupato da tombe in età longobarda: in particolare, sono emerse
sepolture di bambini, con collane realizzate con pasta vitrea e
un frammento di una crocetta aurea, del tipo che veniva cucito
sul sudario del defunto".
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