Il ministero
della Cultura, attraverso il segretariato regionale per la
Toscana, ha dichiarato l'ex batteria di Capo Poro, a Campo
nell'Elba (Livorno), bene di interesse culturale ai sensi della
norma che regola la tutela dei beni culturali e paesaggistici
d'Italia, in quanto possiede i requisiti di interesse
storico-artistico e rimane quindi sottoposto a tutte le
disposizioni di tutela contenute nel decreto legislativo. Lo ha
reso noto il sindaco Davide Montauti. "E' un atto - ha spiegato
il primo cittadino - che restituisce a Capo Poro il suo valore e
l'importanza che quel luogo riveste per l'intera comunità. Capo
Poro deve tornare ad essere fruibile da cittadini e turisti come
è sempre stato prima di essere venduto dal Demanio". Il faro
della Marina militare che domina il golfo di Marina di Campo è
un punto di riferimento ideale e simbolico (il 27 maggio 1943 lo
scoppio di un cannone causò la morte di cinque militari
italiani), ma nel 2017 lo Stato lo ha venduto a un privato e
oggi Capo Poro è ancora inaccessibile perché il luogo è stato
recintato. "Abbiamo emesso un'ordinanza a ottobre - conclude
Montauti - nella quale chiediamo al proprietario di rimuovere
quella recinzione e di riaprire il sentiero, ma per ora non lo
ha fatto. I termini scadono il 24 gennaio. Il nostro obiettivo è
trasformare la batteria e il faro, oltre che ripristinare i
sentieri del Parco, un luogo di memoria". Soddisfatta del
riconoscimento della tutela da parte del ministero anche
Legambiente Arcipelago: "E' il primo passo - afferma la
presidentessa Maria Frangioni - per farla finita con gli abusi
che hanno caratterizzato quell'area da troppi anni e un successo
per la nostra testarda battaglia e le continue denunce e
segnalazioni contro la prepotenza neocolonialista di chi crede
di poter fare quello che vuole della bellezza e della storia
della nostra isola: continueremo a batterci e ad appoggiare ogni
iniziativa affinché l'area torni a essere un bene comune, un
patrimonio pubblico e culturale".
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