Lo chiamano la piccola Orvieto
perché sorge sulla rupe "gemella", di dimensioni ridotte, che si
erge proprio di fronte alla città del Duomo e del pozzo di San
Patrizio. Ma da una decina di anni a questa parte, il borgo di
Rocca Ripesena - abitato da una quarantina di persone - è stato
ribattezzato come il paese delle rose. "Lungo le stradine e nel
roseto ai piedi dello spuntone roccioso si contano circa 600
piante con 350 varietà diverse", racconta all'ANSA Monia
Pieroni, presidente dell'Associazione genitori di Orvieto che
nel 2011 realizzò il roseto didattico. "Tutto nacque dall'idea
di coinvolgere i più giovani per trasmettere loro il valore del
bello e del prendersene cura. Ma soprattutto abbiamo l'obiettivo
di far avvicinare i bambini alla natura", racconta Pieroni. "I
mesi di maggio e giugno sono i migliori per immergersi nei
profumi che le rose emanano in tutto il borgo - racconta la
donna -. Anche se la fioritura delle piante avviene in periodi
diversi a seconda delle varietà. Certo è - sottolinea - che si
può ammirare un autentico spettacolo". "È una rosa cinese del
1800 ad aprire tradizionalmente la fioritura, una rosa che si
chiama lijiang, fiorisce una sola volta, ma è bellissima".
Passeggiando lungo il roseto che conduce alla sommità della
piccola rupe, dove si può ammirare un paesaggio incredibile che
dà sul Duomo di Orvieto, si arriva "a un angolo di mondo -
spiega la presidente -. Abbiamo le rose botaniche che nascono
spontaneamente e generalmente utilizzate per fare gli innesti.
Queste rose - aggiunge Pieroni - arrivano da tutto il mondo".
"Visitare il borgo di Rocca Ripesena - conclude Pieroni - è
un'esperienza per le rose, ma è anche l'occasione per immergersi
in un posto unico nel suo genere, che sa regale quiete e
bellezza".
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