La bicicletta con cui nel 1949 il
grande campione di ciclismo, Gino Bartali, arrivò secondo al
"Tour de France" potrà essere ammirata al "Museo della memoria,
Assisi 1943-1944", che si arricchisce così di un nuovo prezioso
oggetto. L'esposizione, grazie alla concessione temporanea dal
collezionista Gianfranco Trevisan di Padova, verrà allestita nei
locali del vescovado-santuario della spogliazione e durerà circa
due mesi.
Le sale dell'esposizione già ospitano la cappellina di Gino
Bartali e la bicicletta è di poco successiva a quelle usate per
le staffette della salvezza, che videro il campione trasportare,
all'interno della canna della bici su cui si allenava, i
documenti falsi stampati ad Assisi e destinati agli ebrei di
Firenze.
"Con piacere - ha detto Gioia Bartali - abbiamo accolto
l'invito del museo della memoria di valorizzare una delle bici
del nonno: ringrazio il collezionista che l'ha messa a
disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il
nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono
in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo
cimelio possa essere esposto al museo".
"Sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia
- ha aggiunto Marina Rosati - . Tante persone vengono e chiedono
di conoscere la storia di Bartali che in queste sale raccontiamo
insieme alla sua grande fede, al suo talento come ciclista e
soprattutto al suo grande cuore, racchiuso in una sua frase
storica: 'il bene si fa e non si dice e certe medaglie si
appendono all'anima e non alla giacca', che è un grande
insegnamento per tutti noi".
La due ruote sarà svelata durante la cerimonia di consegna,
in programma il 18 luglio alle ore 18, nei locali del Museo. Per
l'occasione saranno presenti il vescovo delle diocesi di Assisi
- Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico
Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione, Faustino
Coppi, figlio di Fausto che vinse il tour del 1949 e che con
Bartali ha dato vita a grandissimi duelli che appassionarono gli
italiani nel dopoguerra, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti
e Marina Rosati, ideatrice e curatrice del museo della memoria.
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