I tarocchi di Pino Settanni sbarcano
a Venezia con 60 immagini del "ciclo-culto", tra pittura e
magia, del genio della fotografia.
Una nuova occasione per la riscoperta di un artista totale che
verrà esposto dal 30 agosto al 26 novembre nel prestigioso
spazio Le Stanze della Fotografia di Venezia, grazie ad un'
iniziativa congiunta di Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini.
La mostra è realizzata da Archivio Luce Cinecittà, in
collaborazione con Le Stanze della Fotografia, Fondazione
Giorgio Cini e Marsilio Arte.
Settanni si dedica alla serie fotografica dei tarocchi, le
celebri carte della tradizione europea, nel 1994, sollecitato
dalla lettura de Il castello dei destini incrociati di Italo
Calvino, e rendendo personale e definitivo omaggio alla pittura
di studio di quello che è stato il suo principale riferimento
iconografico per la vita, Caravaggio.
Studiando i precedenti pittorici dedicati alle carte da gioco,
come Dürer e Brueghel il Vecchio, e dopo un lavoro quotidiano di
sei mesi nel suo studio, Settanni dà vita a un'opera senza
precedenti: è la prima volta che le figure dei tarocchi sono
fotografate con sembianze umane. Prendendo a modello per gli
Arcani maggiori e minori i tarocchi marsigliesi, il fotografo li
fa interpretare ad attrici e modelle (con la sola eccezione
maschile per la figura del Matto, incarnato dall'attore Mario
Scaccia). Settanni realizza l'intero set: dai bozzetti
preparatori, al fondale nero (un marchio di fabbrica
dell'autore), dal taglio dei geniali costumi, realizzati con
tessuti di quattro colori base, rosso, giallo, blu e verde, alle
pose, agli oggetti di scena. Il risultato è eccezionale, per
composizione, ricchezza, umorismo, significati. C'è la pittura
'fotografica' dell'ispiratore Caravaggio, un profumo di
messinscena teatrale, e la dinamica di un set cinematografico.
Una sintesi di arti rara e giocosa, una libertà combinatoria, in
cui Settanni riesce a fondere una tradizione secolare come i
tarocchi - un patrimonio della cultura occidentale - con una
sperimentazione d'avanguardia, sbrigliata e 'pop'.
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