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I nuovi murales di the Wallà, il borgo della street art

I nuovi murales di the Wallà, il borgo della street art

Annunciato il festival dal 29 agosto nel trevigiano

VENEZIA, 17 agosto 2024, 10:47

Redazione ANSA

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Sono state rese note le date del Wonderwallà Fest, dal 29 agosto al 1 settembre, che vedrà alternarsi a Callà, centro del trevigiano, convegni, dj set e performance live. Entra nel vivo il cantiere dove street artist di livello internazionale dipingono i muri delle abitazioni. In contemporanea lo studio di Ca' Foscari sulla conservazione dell'arte murale.
    Tellas, Franco Fasoli e Pixel Pancho hanno appena concluso i loro lavori. Joys e Orion prenderanno bombolette e colori in mano a settembre. Entra nel vivo la calda estate di The Wallà dove street artist di fama internazionale si stanno alternando installando piccoli cantieri, dipingendo, utilizzando spray e tecniche innovative per valorizzare cinque muri di altrettante abitazioni del centro di Vallà, borgo trevigiano.
    Saranno loro i protagonisti di "Wonderwallà Fest - La strada è un luogo di incontri", l'evento che si terrà dal 29 agosto al 1° settembre e che vedrà la realizzazione di murales e performance live. Il programma completo è su www.thewalla.it e sarà aggiornato sui social network.
    "Saranno tre giorni di emozioni, colori ed eventi", spiega il portavoce di The Wallà, Mauro Berti. "Il nostro obiettivo è quello di modificare il percepito degli spazi, dando nuova identità ai luoghi del paese attraverso la bellezza della street art. Negli ultimi quattro anni migliaia di turisti hanno camminato per meravigliarsi della bellezza che appare sulle nostre strade. Tra le opere più apprezzate, quelle di artisti di livello internazionale come EricailCane, Stenlex, Millo e Agostino Iacurci. I nostri tour sono sempre molto partecipati, siamo disponibili ad organizzare viaggi guidati coi nostri volontari".
    Il primo cantiere portato a termine quest'estate è stato quello di Tellas, pseudonimo di Fabio Schirru, artista sardo.
    L'opera si inserisce in una nuova serie di lavori chiamato "patterns and grids", uno studio suggerito dalla parete ricca di finestre con balconi. Si è concluso anche il cantiere di Pixel Pancho, artista torinese, classe 1984. "Nel murale "La dolce vita" l'artista sottolinea il rapporto tra uomo-animale e natura; tre robottini, che incarnano simbolicamente la famiglia, guidano una mandria, chiaro riferimento al conformismo della società contemporanea, all'omologazione, alla massa che si sposta a seconda di chi la guida", scrive Antonella Alban, la critica d'arte che ha seguito il progetto. "Qui troviamo il messaggio di Pixel Pancho: l'uomo, troppo impegnato a guadagnare e possedere, non si ferma a riflettere, non ha un pensiero critico e crede a tutto ciò che gli viene detto dalla politica, dall'economia, dal consumismo. I robot del passato e l'androide del presente sono emblemi di alienazione e di una tecnologia".
    Interesse ha destato anche Franco Fasoli, artista argentino di origine italiana. "Seguendo la tradizione dei muralisti storici, Jaz narra le contraddizioni della società argentina attraverso simbolici riferimenti all'attuale situazione politica, il suo è uno spazio di denuncia, espressione di forza intellettuale e formale", scrive ancora Alban. Dal 25 al 30 settembre sarà invece l'ora di Joys & Orion, il murales sarà realizzato presso l'Officina De Marchi di Via Montello. Sarà seguito a distanza nel suo operare, come è accaduto anche con gli altri street artist, da un team di studiosi dell'Università Ca' Foscari di Venezia, impegnati in un progetto di salvaguardia della street art italiana. I dipinti murali contemporanei sono realizzati infatti con materiali commerciali di origine sintetica, scelti in base a considerazioni di natura artistica e non sempre per la loro durabilità; le conseguenze a volte sono evidenti, da variazioni cromatiche al distacco della pittura. La sfida è comprendere la composizione dei materiali utilizzati per un murale e sapere quali azioni conservative svolgere fin dalla sua origine e nel farlo formare la generazione di conservation scientist.
   

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