FRANCESCA ROMANA BARBERINI, RENATO,
MAURO, SIMONE ED ELENA TRABALZA "ANNAMO BENE - LA CUCINA DELLA
SORA LELLA" (Giunti, pp. 116, euro 24,90). C'è tutto il
necessario: le atmosfere di una Roma che non c'è più
concentrata, nel caso, in cucina, materie e un luogo simbolo
come la centralissima isola Tiberina. A livello culinario, la
monarchia extraterritoriale della Sora Lella, regno di un potere
assoluto fatto di amatriciana, carbonara, coda alla vaccinara,
abbacchio e carciofi alla giudia. Le leggi rigorose e strette
del "fatto come se deve fà" vigono tutt'ora, anche se Elena
Fabrizi, quella nonna che tutti avrebbero voluto, non c'è più.
Anche le redini del ristorante sono passate alle nuove
generazioni: a rinsaldarne la memoria è il libro che i nipoti
(Renato, Mauro, Simone e Elena Trabalza) hanno realizzato
insieme alla food-writer Francesca Romana Barberini e un
contributo scritto di Carlo Verdone. Titolo "Annamo bene",
riuscita del libro "proprio bene". Perchè in questo autentico
atto d'amore letterario, Renato Trabalza è riuscito a saldare
con inchiostro su carta quelle ricette solo raccontate a voce da
nonna Elena. Così, tutti possono scoprire che la carbonara - ed
è una delle principali curiosità - la faceva utilizzando l'uovo
intero, e non solo il tuorlo.
I consigli si susseguono: per fare i rigatoni alla pajata
occorre stare attenti che quest'ultima "nun sia strisciata", il
Marsala nelle animelle va messo "quello bono bono", vanno
"capati" come si deve i carciofi per i bombolotti alla
ciafrujona (che deriva dal romanesco pasticcio, "ammischiato e
non definito"). Una Roma dei tempi migliori che torna, almeno in
cucina.
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