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S. Valentino: 'Mi vuoi bene?', negli archivi le facce dell'Amore

S. Valentino: 'Mi vuoi bene?', negli archivi le facce dell'Amore

Contest e documenti,il 'tesoro' dell'Archivio di Stato di Napoli

NAPOLI, 14 febbraio 2023, 16:07

Redazione ANSA

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La Fiera dei Balocchi all�Archivio di Stato di Napoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Fiera dei Balocchi all�Archivio di Stato di Napoli - RIPRODUZIONE RISERVATA
La Fiera dei Balocchi all�Archivio di Stato di Napoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

NAPOLI - "Che cosa fissiamo? Forse il punto luminoso del nostro avvenire" scrive Valeria, da Bologna, al suo amato il 2 novembre 1941, mentre Mario, l'8 marzo 1913, da Somma Vesuviana, invoca su una cartolina alla sua Mercedes semplicemente: "Mi vuoi bene?"; c'è l'emigrante Ciccillo che, col linguaggio del candore, fa sapere da San Paulo del Brasile, il 22 dicembre 1898, alla moglie Rosina: "Tu sai che io non sono buono a guardare nessuna altra che tu" e chi, in modo più passionale e diretto, come nel 1917 il soldato Luigi a Linda, nel tentare di fissare un incontro in albergo a Napoli, rivendica: "Il mio pensiero è rivolto costantemente a te, alla tua bellezza, al tuo corpo divino; i tuoi baci ardenti li sento ancora sul viso, e appena ci penso mi sento bollire il sangue nelle vene". Sono i sentimenti messi su carta che emergono da alcune lettere custodite nell'Archivio di Stato di Napoli nonché da documenti familiari inviati per il contest sui social 'Scrivimi d'amore', ideato dalla direttrice, Candida Carrino, in vista di San Valentino, per comunicare come gli Archivi contengano la 'grande storia' e le microstorie d'amore private e familiari. Saranno lette da attori il 14 febbraio; le tre più emozionanti diventeranno un podcast.
    "Un modo - spiega Carrino all'ANSA - anche per dare un impulso verso quell'educazione alla 'sentimentalità' nei giovani, citata nelle linee guida scolastiche, importante per tentare di rispondere a quesiti decisivi per la vita delle persone: cos'è l'amore, come si parla d'amore, come si controlla la gelosia". Dal contest spiccano un documento del 1700 in cui una donna ironica fa perdere ogni speranza a tal Nicola e una lettera del 1967, di Gaetano che, da Salerno, scrive alla 'Signorina Maria' tutta la sua ammirazione e il suo amore. Nel secondo caso emerge dai faldoni dell'Archivio di Stato, nel fondo Borbone una lettera di Ferdinando IV a sua moglie Maria Carolina, del 1790; il re, preoccupato per le condizioni di salute della consorte, scrive testualmente: "Conservami quel tuo prezioso affetto, ed amicizia che forma l'unica e sola felicità del tuo affezzionatissimo compagno che ti abbraccia di cuore".
   
   

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