Il contemporaneo a confronto con l'archeologia e con il territorio, inteso anche come comunità. A Roma riapre il circuito archeologico della Necropoli Portuense con le sue monumentali e coloratissime tombe di età imperiale, e le sale del Drugstore Museum si colorano e si riempiono con le installazioni i polittici ripensati, le sculture in terracotta, i legni, i bronzi, le tele del Virus Group, battagliero collettivo di artisti che da tempo la sua base creativa a Corviale.
Un progetto "frutto di una concezione dei beni culturali, della loro tutela e della loro valorizzazione non comune", sottolinea la soprintendente Daniela Porro, che di questa rassegna è stata la curatrice insieme con Alessio De Cristofaro e Jonathan Giustini. "Il rapporto osmotico con il territorio - spiega- i corsi di educazione al patrimonio per bambini e ragazzi, l'università della terza età, gli incontri, le conferenze e gli spettacoli costruiti con le realtà del quartiere, il programma di mostre su tematiche inusuali, l'attenzione all'inclusione rendono questa realtà unica nella capitale".
L'ingresso è gratuito come per tutte le iniziative del Circuito Necropoli Portuense, di cui fanno parte l'area archeologica di Pozzo Pantaleo, dove accanto a un tratto basolato dell'antica via Campana, si trovano i resti di una stazione di sosta e un impianto termale, la necropoli di Vigna Pia, la sontuosa Tomba di via Ravizza, di recente riaperta, nonché appunto il museo, appena rinnovato con una nuova illuminazione, un allestimento multimediale, pannelli accessibili, la manutenzione e il restauro dei monumenti e dei reperti.
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