Il lavoro quotidiano nel "laboratorio
più bello del mondo", in quella stanza da letto divenuta ufficio
in cui fogli, piccoli appunti, articoli, dattiloscritti e libri
si intrecciavano, ormai quasi 50 anni fa, alla critica del tempo
presente, agli afflati poetici, ai progetti tra letteratura e
cinema, alle invettive e ai sogni. E poi ritrovare, in un corto
circuito spazio-temporale, gli echi di quel pensiero in tanti
artisti che hanno affrontato temi quali impegno politico,
potere, mass media, capitalismo, identità privata e collettiva.
C'è un filo fatto di passione, ideologia e utopia che lega gli
oltre 200 documenti di e su Pier Paolo Pasolini alle opere di 19
artisti contemporanei nella mostra "Il corpo politico",
allestita al Maxxi dal 16 novembre al 12 marzo, a cura di Hou
Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Giulia Ferracci. Terzo e ultimo
capitolo del progetto "Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo", che
vede insieme l'Azienda Speciale Palaexpo di Roma, le Gallerie
Nazionali di Arte Antica e appunto il Maxxi per celebrare nelle
rispettive sedi il centenario della nascita del grande poeta e
intellettuale italiano, la mostra si sofferma su quanto
l'eredità di Pasolini oggi resti attuale offrendo una lettura
'multistrato'. La chiave di analisi scelta è il focus sul 1975,
inteso non tanto come 'anno fatale' per Pasolini che verrà
ucciso nella notte tra l'1 e il 2 novembre, quanto come un
momento per lui particolarmente proficuo e di grande
progettualità. Tra fotografie, articoli, interviste,
dattiloscritti, seguendo la voce-guida di Graziella Chiarcossi,
cugina di Pasolini, emergono il suo metodo di lavoro e le
questioni a lui più care, dagli abusi del potere al capitalismo,
dalla cultura di massa alla nostra identità di italiani, e poi
ancora l'aborto, l'omosessualità, il conformismo. A rivelare che
la mostra, nelle intenzioni dei curatori, 'non parla di Pasolini
ma con Pasolini' è il dialogo serrato con gli artisti presenti,
alcuni contemporanei al poeta (Mino Maccari, Fabio Mauri, Giulio
Paolini, Pino Pascali) altri più 'giovani', che a lui si sono
ispirati (Elisabetta Benassi, Marzia Migliora, Francesco
Vezzoli, Claire Fontaine).
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