La corona radiale sui capelli. In
toga, tutto d'oro vestito, proprio come sulle monete degli anni
del suo principato. Rispettoso e rilassato. E se gli chiedete di
quella "faccenda" dell'incendio, proverà a spiegare che lui in
realtà era lontano e che tornò più in fretta che poteva per
dirigere le operazioni di soccorso. "Ecco, forse - farà ammenda
- non avrei dovuto accusare i Cristiani di averlo appiccato…". È
Nerone, il nuovo chatbot del Parco Archeologico del Colosseo,
tra le primissime istituzioni culturali dello Stato a lanciare
un software di intelligenza artificiale (nelle vesti
dell'imperatore giulio claudio appunto), per accompagnare il
pubblico nella richiesta di informazioni, dagli orari del Parco
alle notizie storiche dei tanti monumenti e siti che ne fanno
parte. Ideato dal Parco archeologico e frutto una collaborazione
internazionale con l'azienda italiana Machineria e la francese
Ask Mona, il progetto prevede infatti che da questo febbraio le
relazioni online con il pubblico saranno gestite non più solo
sui canali social, ma anche dal nuovo NeroBot che simula ed
elabora conversazioni umane, è capace di gestire oltre cento
possibili scenari e lo fa in inglese, italiano e francese. "Il
Parco archeologico del Colosseo - spiega la direttrice,
Alfonsina Russo - è un'Istituzione viva e in continua
evoluzione. Il nostro obiettivo è facilitare e migliorare
l'esperienza di visita degli utenti, adeguandoci a nuovi codici
e linguaggi" entrando in contatto soprattutto "con le nuove
generazioni". Già nella prima fase di sperimentazione, in 25
giorni la piattaforma ha registrato un utilizzo da parte di 3400
utenti, oltre 160 al giorno. Il 69,7% chiede informazioni sui
biglietti, l'11,7% sugli orari, il 7,9% sugli itinerari, il 2,6%
chiede di parlare con un essere umano. Ma c'è anche un bel 29%
che semplicemente si diletta in chiacchiere con Nerone.
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