(di Luciano Fioramonti)
Alda Fendi moltiplica l' offerta
trasversale e gratuita di arte aprendo Palazzo Rhinoceros, sede
della sua fondazione Esperimenti, a un tris di proposte che
raccontano squarci tormentati di Italia negli Anni Settanta e
guardano al fermento artistico e culturale che in quello stesso
periodo animava gli Stati Uniti. Dal 9 giugno al 19 novembre lo
storico edificio 'maneggiato' da Jean Nouvel nel cuore di Roma
tra la Bocca della Verità e l'Arco di Giano diventa scenario
multiplo di Alda Fendi presents che ruota intorno all'anteprima
assoluta del docufilm Dino's Dark room firmato da Corrado Rizza
sulla storia del fotografo Dino Pedriali e del suo rapporto con
Pier Paolo Pasolini fino agli ultimi scatti prima della morte
del poeta. Un racconto per immagini intenso e commovente, reso
con grande efficacia dall' attore Pietro De Silva, in cui,
prima ancora del regista e scrittore, compaiono Man Ray e Andy
Warhol che Pedriali conobbe grazie al legame con il gallerista
torinese Luciano Anselmino, promotore anche di Rauschenberg e
altri esponenti di spicco della scena underground newyorkese. A
Warhol e alla sua Factory si lega la seconda sezione dell'
appuntamento, curata da Raffaele Curi, direttore artistico della
Fondazione, che nel docufilm racconta il suo incontro con
Warhol, Pedriali e Pasolini. Ad Anselmino, tra l' altro, si deve
proprio la scandalosa mostra del 1975 a Ferrara Ladies and
Gentlemen, dedicata alle drag queen della Grande Mela ritratte
da Warhol, per il catalogo della quale l' autore di Ragazzi di
Vita scrisse un testo. ''Ho voluto dare una idea della
diversità dell' omosessualità in America e in Europa - dice Curi
all' ANSA -. Per Pasolini è una tragedia che finisce in
tragedia. Gli americani e Andy Warhol ne fanno grimaldello di
creatività, provocazione e e divertimento''. In mostra anche
l'immagine di Mario Montez, nome d' arte dell' attore di origine
portoricana Renè Rivera divenuto la principale 'regina' della
scuderia di Warhol, che amava trasfigurarsi nella popolare
attrice degli Anni Quaranta Maria Montez. Altre citazioni del
clima dell' epoca arrivano dai finti distributori di barattoli
di fagioli e banane, le due immagini-simbolo inventate da Warhol
per trasformare la pubblicità in forma d' arte e per la celebre
copertina del primo album dei Velvet Underground. Altre foto di
Ladies and Gentlemen richiamano sui muri la mostra che la Tate
Gallery di Londra avrebbe voluto replicare nel 2020 e che
naufragò a causa del lockdown causato dal Covid. L'ultima
sezione è dedicata al gallerista François Ghebaly, francese da
20 anni radicato a Los Angeles, animatore di uno spazio
espositivo anche a New York, che porta per la prima volta in
Italia e a Roma i lavori e le installazioni dei suoi artisti
Neïl Beloufa, Ludovic Nkoth, Em Rooney e Max Hooper Schneider.
Questo debutto apre la serie di incontri con le gallerie
internazionali di prestigio che la Fondazione Alda Fendi
Esperimenti vuole far conoscere nella capitale.
A dominare comunque su tutto è Dino Pedriali, morto
recentemente, e il suo innamoramento per Pasolini, documentato
da quelle ultime immagini scattate non a Roma - che pure era
stata cantata nei romanzi più celebri dello scrittore - ma a
Sabaudia e, soprattutto, tra i ruderi del castelletto di Chia,
nel viterbese, dove il poeta, sentendosi solo e abbandonato da
tutti, amava rifugiarsi. Qui si fece ritrarre in una serie di
nudi integrali, oggi di proprietà di Alda Fendi come i ritratti
che Pedriali fece di Man Ray - in una sorta di testamento del
corpo firmato dal fotografo, definito da un critico d'arte un
Caravaggio moderno per il suo particolare uso della luce.
Pedriali non fece in tempo a mostrare a Pasolini il suo lavoro
perchè riuscì a completarlo proprio la notte prima della sua
morte violenta tra le baracche dell'Idroscalo di Ostia. ''Nello
sviluppo del mio individuo, mia diversità, sono stato
precocissimo - ricordano su una parete le parole dello scrittore
-. E non mi è successo, come a Gide, di gridare d un tratto
'Sono diverso dagli altri' con angosce inaspettate. Io l' ho
sempre saputo''.
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