La Pieve di Santo Stefano di Gaifa
e Torre Brombolona a Canavaccio, frazione di Urbino; la torre
sul Porto Sentina a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); la
chiesa di Santa Maria delle Tinte a Pergola (Pesaro Urbino);
l'oasi naturalistica di San Gaudenzio a Senigallia (Ancona);
villa e parco Cerboni Rambelli, San Benedetto del Tronto (Ascoli
Piceno) sono al momento le località più votate per il grande
censimento del Fai "I Luoghi del cuore" con oltre 37mila siti
votati: si può votare sino al 15 dicembre. Nelle Marche sono
entrate in classifica anche località colpite dall'alluvione del
15 settembre scorso. Come la chiesa di Santa Maria delle Tinte a
Pergola, un piccolo gioiello che colpisce per il forte contrasto
tra esterno, in mattoni rossi, e interno in stucco e gesso
bianco cangiante. Costruita per volontà della Corporazione dei
Tintori e Lanaioli e conclusa nel 1787, la chiesa è arricchita
al suo interno dalle statue in stucco bianco delle Virtù
Teologali e dei Profeti David e Samuele. L'alluvione del 15
settembre, con l'esondazione del vicino fiume Cesano, ha
danneggiato la chiesa, in particolare gli stucchi e le panche.
Molti cittadini si sono subito attivati per tentare di ripulire
l'edificio dalla fanghiglia, ma servono urgentemente lavori di
recupero dei gessi e restauro delle panche. Chi promuove la
raccolta voti per questo luogo ha come obiettivo il recupero di
questa piccola perla marchigiana. Altro luogo colpito
dall'alluvione è Senigallia, dove si trova, a solo 4 km di
distanza, un'oasi naturalistica di 32 ettari istituita nel 2005
per salvaguardare la biodiversità floristica, vegetazionale e
faunistica dei diversi habitat che la caratterizzano: un'area
palustre con due laghetti, boschi e oliveti. La località deve il
nome alla presenza del sarcofago di San Gaudenzio, oggetto di
venerazione da parte di Teodolinda, regina dei Longobardi, che
nel tardo Cinquecento vi fece costruire una chiesa e un
monastero benedettino. L'area è attualmente recintata e non
visitabile; versa in condizioni di degrado anche l'edificio
della fornace, l'unico esempio di archeologica industriale
sopravvissuto a Senigallia, presente già nel Settecento e poi
utilizzata, a partire dal 1885, dalla Società Italiana Cementi.
Grazie al censimento "I Luoghi del Cuore" si è costituito il
comitato "Apriamo l'oasi naturalistica di San Gaudenzio"
composto dai rappresentati di diverse associazioni ambientaliste
e dai volontari Fai di Senigallia: l'obiettivo è rilanciare
l'interesse sull'area e di restituirla agli abitanti per usi
didattici, ricreativi e sportivi. La Pieve di Santo Stefano di
Gaifa si trova nella frazione Canavaccio di Urbino. E'
attestata dal XIII secolo, ma fu ricostruita nel Seicento e
consacrata nel 1727. La sua origine si lega al Monastero
benedettino di Sant'Angelo (VIII-X secolo) che si trovava
sull'altra riva del fiume Metauro. Sul portale della pieve c'è
un'iscrizione che, con l'effigie del santo titolare, la dichiara
matrice dei castelli di Primicilio e Gaifa in quanto sede del
fonte battesimale. La parola "Gaifa", che denomina l'abbazia, la
pieve e il castello, deriva da Waifa, termine longobardo che
significa "terreno che non appartiene ad alcuno". La Torre
Brombolona, alta 15 metri, del XIII secolo, si erge sulla
sommità di un poggio che domina la Val Metauro e oggi versa in
condizioni di totale abbandono. L'insolita denominazione deriva
dai "bromboli" (ghiaccioli) che si formavano, nei mesi
invernali, sulla leggendaria campana contesa tra i castelli di
Primicilio e Gaifa. Già molto votati al censimento del FAI 2020,
in questa edizione è nuovamente attiva una raccolta voti per
rendere più conosciuti questi luoghi. Sono infine a San
Benedetto del Tronto altri due siti entrati nella classifica dei
Luoghi del Cuore. All'interno della Riserva Naturale Regionale
Sentina, a nord della foce del fiume Tronto, si trova un
affascinante edificio abbandonato: la "Torre su Porto". Fu
costruita in forma ottagonale nella prima metà del Cinquecento.
In quell'epoca, con l'intensificarsi degli scambi commerciali,
il porto necessitava di essere difeso dalle incursioni
piratesche e dal diffondersi delle epidemie. Nel 1673, per
cautelare il territorio ascolano dall'arrivo di merci straniere
contaminate dalla peste, fu costruita una nuova struttura
rettangolare, detta "Casone", che ingloba la precedente.
Entrambe si presentano con una muratura in laterizio interrotta
da una semplice cornice marcapiano. In seguito l'edificio
divenne dimora di famiglie di mezzadri: è noto localmente come
"casa di Olivo", dal nome del suo ultimo abitante. Nel 2011 e
2012 sono stati intrapresi interventi di restauro conservativo
delle parti esterne. Era prevista la realizzazione di un'aula
didattica, di una terrazza panoramica e di un info-point, ma il
cantiere è bloccato da anni. Il luogo ha già ricevuto oltre
2.500 voti al censimento "I Luoghi del Cuore" nel 2020, ma ciò
non è bastato alla ripresa dei lavori. Per questa ragione la
raccolta voti continua spontanea e vigorosa anche nell'edizione
2022. Sempre a san Benedetto c'ci sono villa e parco Cerboni
Rambelli. Costruita intorno al 1870 dal medico Angelo Cerboni e
circondata da un parco di 11.600 metri quadrati, Villa Rambelli
è un esempio di architettura signorile del XIX secolo. Dal 2001,
grazie al lascito testamentario del suo ultimo proprietario
Paolo Rambelli, è proprietà del Comune di San Benedetto del
Tronto. Grazie a un progetto speciale, il parco ha cominciato a
essere utilizzato come spazio distensivo e terapeutico per il
vicino ospedale, ma necessita di interventi di recupero, così
come la villa, oggi inagibile. Dopo l'ottimo risultato ottenuto
in occasione del censimento "I Luoghi del Cuore" 2020, il
comitato "Amici della Villa e Parco Cerboni Rambelli" promuove
nuovamente la raccolta voti con l'obiettivo di intervenire per
la valorizzazione del parco e della villa e migliorarne la
fruizione degli spazi. Ma sono oltre 1.400 i luoghi nelle Marche
che aspettano il voto dei cittadini per non essere dimenticati.
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