Il fondo da mezzo milione previsto in manovra per promuovere la salute e l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole secondarie sarà impiegato prioritariamente per formare gli insegnanti sull'infertilità e sui modi per prevenirla.
"Siamo imbarazzati dalle decisioni che sta prendendo questo governo sulla pelle di studentesse e studenti", dice Camilla Velotta, della Rete degli Studenti Medi. "Questo fanatismo della destra contro la presunta teoria gender nelle scuole è ridicolo, ignora una realtà evidente e cruda del nostro Paese, fatta di violenza di genere e di sessismo, che spesso si manifesta già in età adolescenziale, anche all'interno degli spazi scolastici. Serve ripartire da un'educazione alla sessualità consapevole, che educhi al consenso e al rispetto. Non si incentiva alla natalità parlandone a scuola, ma costruendo delle garanzie stabili e reali per le nuove generazioni, che ci permettano di poter immaginare un futuro qui."
"Per l'ennesima volta la destra perde di vista l'obiettivo principale che dovrebbe avere la scuola pubblica" dice Paolo Notarnicola, coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi "e cioè quello di formare al meglio nuove generazioni di cittadine e cittadini. Bisogna farlo ripartendo dall'abbattimento di quella cultura interiorizzata di machismo e patriarcato, che nonostante al ministro Valditara piaccia credere inesistente, è radicata ovunque nella nostra società e va sradicata proprio a partire dalle scuole. Chiediamo da anni che vengano incentivati i percorsi di educazione alla sessualità, all'affettività e al consenso, ma questo governo pare non aver nessuna voglia di ascoltare chi vive davvero la scuola ogni giorno".
"La deriva integralista e reazionaria della maggioranza di governo non conosce limiti e si manifesta ancora una volta nella pervicace negazione di qualunque percorso di educazione sessuale, affettiva e al rispetto delle differenze", afferma la Cgil. Per la confederazione "la distrazione dei fondi previsti, per altro esiguissimi, svela l'ossessione di questo governo per la natalità e per la fantomatica teoria del gender. Inoltre, dimostra la totale indifferenza in merito alla violenza occasionata dal genere, dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, affrontandola esclusivamente in chiave repressiva. Si depotenzia così la prevenzione, che invece noi riteniamo fondamentale per la costruzione di una cultura del rispetto". "L'educazione affettiva - prosegue il sindacato di corso d'Italia - viene demandata ancora una volta alle famiglie, che se vorranno se ne occuperanno, ma senza supporto pedagogico, scientifico e didattico. L'approccio demagogico-repressivo è ancora una volta servito, con buona pace di chi vorrebbe costruire una società più aperta, inclusiva e rispettosa di ogni differenza", conclude la Cgil.
"Una retromarcia gravissima rispetto a ciò che prevede la legge, un'operazione sporca", accusa Riccardo Magi, primo firmatario dell'emendamento sull'educazione sessuale a scuola. Dello stesso tenore le reazioni del Pd che definisce la mossa "sconcertante" sottolineando che si tratta di "un'operazione politica manipolatrice, volta a soddisfare la fissazione sessuofobica di certa destra". Dalla maggioranza i leghisti cantano invece vittoria: "Non ci sarà mai spazio per l'ideologia gender nelle scuole".
L'approvazione dell'emendamento di Magi alla legge di Bilancio era stata fortemente contestata dai Provita che avevano annunciato barricate contro l'educazione sessuale nelle scuole.
Ora la precisazione sulla destinazione concreta di quei 500mila euro in più all'opposizione suona come una repentina inversione di rotta. In linea con un altro odg approvato in sede di manovra, questi fondi saranno impiegati per formare gli insegnanti "prioritariamente riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all'ambito della prevenzione delle infertilità", spiega Ciriani.
Per poi precisare: "La somma stanziata non avrebbe del resto consentito iniziative a più ampio spettro".
Soddisfatto il partito di Matteo Salvini che schiera in prima linea Rossano Sasso: "Come si può pensare di parlare di argomenti come il coito, il piacere sessuale, la masturbazione con bambini di 5 anni?", afferma facendo riferimento agli emendamenti presentati dai 5 stelle negli ultimi 12 mesi che - ha precisato in una nota - facevano riferimento anche alle scuole primarie.
Le parlamentari del Movimento 5 Stelle in Commissione Femminicidio Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino dichiarano: "Abbiamo una nostra proposta di legge pronta sull'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, bloccata ormai da 3 anni. Discutiamola subito, piuttosto che continuare a fare becera e sterile propaganda".
Intanto, circa centoventi docenti universitari hanno criticato la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, per aver autorizzato due ispezioni negli atenei di Roma Tre e Sassari in chiave 'anti-gender' su richiesta del deputato della Lega Rossano Sasso: così si mette in discussione il valore dell' "autonomia" universitaria, sostengono i prof. E le loro ragioni vengono rilanciate in una conferenza alla Camera con la pentastellata Gilda Sportiello. "Il ministro Bernini non ha mai menzionato né fatto riferimento a una "ispezione" presso gli atenei - rispondono fonti del ministero -. Bernini ha invece sottolineato l'articolo 33 della Costituzione, che sancisce l'autonomia universitaria".
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