Una cicatrice sul
sopracciglio e un logo sulla maglietta che indossava. Sono
questi i dettagli che hanno portato la squadra mobile della
Questura di Reggio Emilia a fermare il presunto stupratore che
si sarebbe reso responsabile della brutale violenza sessuale,
domenica sera ai danni di una 24enne.
Il fermato è un 26enne ucraino senza fissa dimora,
richiedente asilo, arrivato in Italia nel 2016 attraverso il
Brennero e in attesa di ottenere lo status di rifugiato. Il
giovane, incensurato, era già stato identificato nel pomeriggio
di ieri grazie a una serie di appostamenti, ma alla vista dei
poliziotti è scappato. Dalle serrate indagini poi è stato
trovato un covo dove dormiva e in cui si era rifugiato, in un
luogo impervio e nascosto dalla vegetazione, all'interno di
un'area verde non lontano dalla zona dove si è consumata la
violenza.
Qui, dentro uno zaino, gli agenti hanno trovato la t-shirt
rossa che indossava al momento dello stupro. La polizia lo ha
infine preso all'alba, nei pressi di una ditta di imballaggi in
cui aveva trovato un lavoro saltuario. La stessa azienda di cui
riportava il logo sulla maglietta ha collaborato per la sua
cattura. Ma il particolare della cicatrice, che si era procurato
qualche giorno fa a causa dei problemi di alcolismo che aveva da
tempo e che aveva descritto dettagliatamente la ragazza vittima
della violenza, è stato determinante.
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