Da Rimini alle Tremiti, dal Marecchia al Po, è sempre più tenace la lotta alla plastica dopo il giro di vite arrivato con la direttiva Ue, che la mette al bando dal 2021. A Rimini il divieto di utilizzare contenitori monouso di plastica e di fumare sui 15 chilometri di costa adriatica riminese entrerà in vigore il prossimo 15 aprile, con l'ordinanza sulla balneazione. Dopo un iniziale periodo di tolleranza sarà prevista per i trasgressori una multa fino a 50 euro.
L'iniziativa, 'Romagna plastic free 2023', promossa con Visit Romagna, in accordo tra Comune e associazione 'Basta Plastica in Mare', prevede l'impegno del pubblico, dell'associazione e delle categorie. Per la salvaguardia dell'ambiente Rimini ha già investito, come ha ricordato il sindaco Andrea Gnassi, "200 milioni di euro per riqualificare le fogne" e "oggi diciamo basta alla plastica in mare, vogliamo diventare la prima regione e la prima riviera 'plastic free'". È già dal 2016, ad esempio, che i pescatori hanno a disposizione cassonetti per lo smaltimento gratuito di rifiuti di plastica accidentalmente pescati in mare e a breve ci saranno quattro imbarcazioni della marineria locale per attività di 'fishing for litter', la pesca dei rifiuti. Bandite dalla marineria locale le cassette di polistirolo per il pescato.
Un impegno che va al di là di mare e spiagge. Le mense scolastiche comunali dalle prossime settimane utilizzeranno piatti in coccio e da febbraio è stato vietato l'uso di coriandoli di plastica o plastificati su suolo pubblico. La svolta ecologista sta contagiando tante località turistiche della penisola. L'anno scorso cominciò il sindaco delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, con un'ordinanza per bandire tutte le stoviglie in plastica monouso in spiaggia, con multe per i trasgressori da 50 a 500 euro.
Plastiche come piatti, bicchieri, cannucce, ma anche mozziconi di sigarette e bastoncini per palloncini costituiscono il 70% dei rifiuti marini, percentuale che nei mari italiani sale al 95,7%, 43% nel solo Adriatico centro settentrionale. Oltre tre quintali ne sono stati intercettati in quattro mesi nel fiume Po, prima che arrivassero all'Adriatico. Rifiuti fermati da barriere galleggianti predisposte nell'ambito del progetto 'Il Po d'AMare', predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dai Consorzi Corepla (per il recupero della plastica) e Castalia (raccolta di rifiuti galleggianti). Perché intercettare i rifiuti prima che arrivino in mare facilita il riciclo e limita l'inquinamento.
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