Un "lockdown" delle consegne, contro precarietà e sfruttamento. È quello andato in scena ieri sera a Bologna, dove una cinquantina di rider che lavorano per diverse piattaforme di delivery hanno lasciato senza pizza o sushi i clienti di domenica sera, per chiedere dispositivi di protezione, sicurezza sul lavoro, diritti, salari più alti e dignità. "Lo sciopero è andato molto bene, è stato uno dei più partecipati - ha spiegato all'ANSA Maurillo, di Riders Union Bologna - inizialmente ci siamo dati appuntamento in piazza del Nettuno per distribuire Dpi ai colleghi e fare una 'critical mass' in centro, ma poi è prevalsa la decisione di non entrare in turno e di rifiutare gli ordini di consegna".
La mobilitazione, dopo l'iniziativa di ieri sera, proseguirà nelle prossime settimane e ora c'è l'intenzione di chiedere un incontro alla Regione Emilia-Romagna. "L'idea è di puntare per ora su un regolamento regionale - spiega ancora il rappresentante di Riders Union - perché la Regione può spingere con le piattaforme di delivery sul tema della sicurezza. Chiederemo quindi un incontro e dopo valuteremo le prossime mosse".
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