Un'inchiesta reportage a puntate, un formato poco frequentato in Italia e una tematica dolorosa che ha riportato il pubblico indietro negli anni: SanPa - Luci e tenebre di San Patrignano, la prima docu-serie originale italiana Netflix, con la regia di Cosima Spender, è tra i prodotti della piattaforma più visti in Italia e anche all'estero. Da noi fa discutere, riaccende il dibattito sul tema dei metodi di Vincenzo Muccioli, riapre ferite per chi ha vissuto quegli anni e fa conoscere alle nuove generazioni un passato dimenticato.
Sviluppato, scritto e prodotto da Gianluca Neri, è anche l'esordio di una nuova società di produzione, 42. Realizzato avendo a disposizione "51 diverse fonti di archivio, di cui il 26% di materiale delle Teche Rai", racconta in un'intervista all'ANSA Neri. Vi aspettavate tanto clamore? "Un po' sì, ma certo non tutto questo. Pensavamo di poter coinvolgere 'reduci' di quegli anni invece ci sono tantissimi giovani ai quali abbiamo raccontato un mondo che neppure immaginavano".
Tra i progetti, il primo riguarda il caso di Yara Gambirasio, la 13enne uccisa in provincia di Bergamo. Poi la Uno Bianca, la serie di crimini della banda guidata dai fratelli Savi, poliziotti, in Emilia-Romagna tra il 1987 e il 1994. "Ma prima ancora - anticipa - un progetto proposto alla società da Selvaggia Lucarelli: Kids don't lie, i bambini non mentono che ripercorre il filo, ingarbugliato, di casi strumentalizzati con al centro l'infanzia tra Rignano Flaminio e Bibbiano". Neri sottolinea che non ci sono ancora accordi con Netflix, Sky o altro, al momento. E che tra i "41 progetti in cantiere" c'è la trasposizione in docu-serie della storia di Gianni Franciosi, l'infiltrato tra i narcos (c'è già stata una miniserie con Giuseppe Fiorello), realizzata da Matteo Caccia autore di un podcast sul tema, La Piena.
E poi una novità: il debutto cinematografico: la 42 ha acquisito i diritti del memoir di Vittorio De Sica, La porte del cielo (edito da Avagliano), per una coproduzione con gli Stati Uniti in cui potrebbe esserci il coinvolgimento di Christian De Sica che da sempre coltiva il sogno di raccontare la storia paterna e di quei primi anni faticosi della prima metà del secolo scorso.
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