Associazioni ambientaliste, di tutela del territorio e della montagna di Bologna e di Modena e 6000 Sardine, riunite nel comitato 'Un altro Appennino è possibile', presentano ricorso al Tar "per denunciare un illecito amministrativo: la volontà, della Regione Emilia-Romagna, di costruire un nuovo impianto di risalita al Corno alle Scale senza una Valutazione di impatto ambientale. Un progetto miope e che ignora il fatto che, i territori interessati, sono caratterizzati da due parchi regionali, diversi habitat di interesse comunitario e zone di valore ambientale".
Andrea Garreffa, guida ambientale escursionistica e co-fondatore di 6000 Sardine, spiega così la decisione del comitato che, in videoconferenza stampa, ha presentato l'iniziativa sostenuta da un crowdfunding che ha raccolto 14mila euro per le supportare le spese legali. L'opera in questione è la nuova seggiovia per collegare Polla al lago Scaffaiolo, nel parco del Corno alle Scale, in sostituzione della seggiovia Direttissima e della sciovia del Cupolino. Le risorse stanziate per il progetto ammontano 5.800.000 euro. "E' un'opera che ha un pesantissimo impatto ambientale - afferma Michele Vignodelli, vicepresidente del Wwf Bologna - la Regione sostiene che è un ammodernamento dell'esistente, ma gli impianti che ci sono vanno ancora bene.
La Direttissima è abilitata a funzionare fino al 2039. E' stata creata 100 metri sotto il livello del lago per rispettare la zona di estremo valore ambientale. La nuova arriverà fino alle sponde dello Scaffaiolo, un'area ora incontaminata. Anche la Provincia di Modena chiede una Via". Obiettivo del comitato è anche riflettere sul futuro dell'Appennino e sulle nuove forme di turismo post-pandemia. "La montagna non è Disneyland - aggiunge il giornalista Paolo Rumiz, intervenuto in conferenza stampa - muoversi senza una Via è una decisione che non pensavo appartenesse a una regione come l'Emilia-Romagna. Il nostro Appennino deve essere salvaguardato, è il cuore della nostra identità".
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